Si cammina sull’acqua e sulla storia… Fino al 3 luglio
“Non pianifichiamo mai l’impossibile.
Può sembrare irrealizzabile a qualcuno ma noi siamo molto realisti”.
Questa frase scarna ed essenziale, così potente nella sua logica, racchiude la filosfia di arte e di vita di Christo e Jeanne Claude. Autori di capolavori impensabili, nati anche dal loro amore tenace e granitico, durato tutta la vita, dopo un incipit a dir poco impossibile.
Per Christo e Jenanne Claude il buon giorno si vede dal… pomeriggio. Il loro amore, potente come i loro lavori, o forse sono i loro lavori a riflettere la potenza del loro sentimento, riuscirà solo dopo molti anni a guidarli per tutto il pianeta, sempre insieme, percorrendolo in lungo e in largo.
L’intervento sul lago d’Iseo per chi non conosce la loro storia, per chi ignora i loro progetti, utopici, meticolosi e puntuali, che stanno a monte di ogni loro intervento, può sembrare una cosa da circo, un “facile” escamotage per fare chiasso.
Consiglio vivamente a chi la pensa così di dedicare un’oretta al volo alla mostra antologica allestita negli spazi di Santa Giulia e curata da Germano Celant… Rigorosa e scarna riserva emozioni profonde. Tornando ai nostri eroi, che di questo si tratta, più l’impresa sembra impossibile più la coppia si sente inesorabilmente attratta.
Si confrontano con la natura, con i suoi elementi, furiosi in certi casi, ma anche con l’architettura e con la storia.
Al di là delle facili parole, che cos’ha “The Floating Piers” per attirare gente di ogni razza colore formazione cultura età provenienza, sani malati giovani vecchi genitori nonni bambini anche handicappati, scusate detesto l’ipocrisia del politically correct, che cosa è entrato in gioco per superare il fastidio di dover sopportare code, disagi, folla, per arrivare a stravolgere una sonnecchiosa cittadina e di un paio di paesini. E mi metto in prima linea, io detesto gli assembramenti di qualsiasi genere. Eppure c’ero e io che sono di Genova, e che ho il mugugnu incorporato di default, ho incontrato più genovesi che in Piazza de Ferrari, il cuore sella mia città.
Floating Piers emana una forza magnetica. Forse è la realizzazione di un sogno ancestrale, chi non ha sognato per un attimo almeno, di camminare sull’ acqua! Tiberiade… dice qualcosa? Un ponte galleggiante, pulsante per il pulsare dell’acqua, tu in mezzo al lago arrivi sulle tue gambe all’isolotto al centro del lago, che avresti potuto raggiungere solo o in barca o a nuoto, tu che in sintonia con la folla fatta di bambini genitori studenti neonati in carrozzella come sono in carrozella gli haddicappati… Quanti.
Tutti a seguire il pifferaio di Hamelin che come un folletto si sposta veloce da un punto all’altro, osserva, partecipa, certo non si risparmia. Centimetro dopo centimetro il lago e stato domato e facendo i debiti scongiuri finora la Sarneghera sta rintanata tranquilla nella sua valle. La leggenda dei due amanti infelici, che forse hanno trovato pace in questa festa ecumenica. Ma la domanda si insinua, si arrotola come una serpe su un ramo, è arte non è arte? Questo momento di totale partecipazione al parto artistico di un unico individuo, non puo che farmi venire im mente quello che sogno accada ancora, quello che è accaduto a Michelangelo, che trepidante e intrepido faceva largo al suo David fino al luogo ad esso destinato a Piazza della Signoria, accompagnato dai fiorentini in massa che seguivano dappresso l’operazione. Qui siamo di fronte ad un’opera d’arte che per impatto scenico, contenuti e coraggio non può che guadagnarsi un posto speciale nel grande libro della storia dell’arte.
Son di parte lo so perché, avendo come mentore personale E.H.Gombrich, il più grande esperto del settore, che nonostante sia morto da anni il suo “Vangelo” dell’arte è di un’attualità sconcertante, penso con lui che questa sia una grande opera che riflette l’anima del nostro momento storico, con i media del nostro momento storico. Non è un cosa da circo di paese come ha affemato il grande Philippe che pure stimo tanto, nè un epater le bourgeois che se poi andiamo a vedere era già degno solo per questo di essere archiviato nel grande libro,mcome affemava Il buon Gian Battista Marino essere questo il valore di un’opera. Ricordate ? “Del poeta è il fin la meraviglia, chi neccecc vada alla striglia”.
Il concept come si dice oggi è titanico e arriva buon ultimo dopo decenni di sfide esagerate, pont neuf l’australia il colorado tutti progetti che nn possono che avallare che ci troviamo fronte a un nextdominus tanto comune nell’empireo della storia dell’arte tanto raro al giono d’oggi dove, “la cifra” codifica l’artista, in una disarmante e monotona ripetività. E se qualcuno ripeto, avesse ancora qualche dubbio, non posso che consigliargli una full immersion nella mostra che parla del suo, del loro genio, e simritroverebbe sulle ali del vento a ripercorrre con loro il pianeta dall’impacchettamento della Kunsthalle di Berna 1967/68, al Reichstadt di Berlino 1971/1995, Wall of Oil Barrels – The Iron Courtains a Parigi 1961/62, in Colorado, a Minneapolis, a Kassel, a Kansas City, a New York e i Water Projects in California, in Arkansas in Colorado per arrivare a Monte Isola sul lago d’Iseo. Si cammina sull’acqua e sulla storia, fino al 3 luglio.
Info
CUP 030 2977833/4 www.mostrachristo.bresciamusei.com