In Myanmar apre la “Casa della letteratura” nella vecchia sede di un giornale censurato
Sulla scia della prima Literature House aperta nel 1986 nella Berlino ancora divisa dal muro, dove emergeva un luogo di incontro tra autori, traduttori, giornalisti e critici, un luogo di lettura in uno spazio suggestivo e rilassato, e dei caffè letterari francesi frequentati da Sartre e la de Beauvoir, in Myanmar si lavora a una “Casa della letteratura”.
Quelle che oggi definiamo librerie innovative solo perché hanno un cafè o un’area eventi all’interno, in realtà sono un ricalco di un’idea già attuata nella Germania degli anni ’80, più nobile perché meno commerciale. Ma a Yangon, in Myanmar, l’intento è di riprendere quelle “case della letteratura” di stampo europeo, dove far circolare la libertà di espressione in un edificio testimonianza della privazione di questo diritto. Tra le porte del Guardian – giornale locale degli anni Ottanta da non confondere con l’omonimo inglese – si ha respirato libertà di espressione per un periodo brevissimo, dal 24 agosto al 18 settembre del 1988, medesimo lasso di tempo in cui esplose il movimento pro-democrazia 8-8-88: «Durante questo periodo, si riportavano sul Guardian non solo le notizie governative ma anche le news sulle proteste, le manifestazioni e le opposizioni», ricorda il Myanmar Times, poi il giornale fu chiuso il 18 settembre dell’88. Ed è tra queste mura che la nuova “Casa della letteratura” troverà una sede.
Come dichiara Jørgen Lorentzen, direttore dell’HEDDA Foundation, la casa della letteratura è una «casa in cui celebrare e esercitare la libertà di parola ogni giorno. Dopo il successo che ha avuto in Oslo e in altri paesi – continua – riteniamo che sia importante che in Myanmar vi sia un luogo di incontro, dove gli scrittori possano presentare il proprio lavoro, leggere poesie, discutere e partecipare allo sviluppo del futuro del Myanmar.» A tal proposito Lorentzen è in trattativa con il nuovo ministro dell’informazione, U Pe Myint, che si dice entusiasta del progetto della Yangon House of Literature che includerà una libreria, un ristorante e un cafè per attrarre sia gli scrittori che i lettori. L’apertura, scongiurando ritardi, è prevista per il 2017.
In seguito alla ristrutturazione in attesa di approvazione, l’edificio del Guaridan di Yangon si appresta a diventare il simbolo della libertà di espressione perduta e riconquistata. Su una delle pareti, dal 1924, è sita una poesia scritta dal premio Nobel per la letteratura 1913 Rabindranath Tagore:
‘Thou hast made me known to friends whom I knew not
Thou hast given me shelter in houses not my own.
Thou hast brought the distant near
And made a brother of the stranger.“