Festeggiare J.S.Bach al Circolo dei Lettori

Musica sì o musica no? Quando si legge, è giusto o può essere gradita un po’ di compagnia composta da mille note oppure è solo una fonte di distrazione, che ci fa perdere il filo del discorso? Non è proprio possibile dare un’opinione che sia oggettiva, perché in questo momento entriamo nel campo di due arti che, in quanto tali, nascono e vengono percepite in maniera oggettiva. C’è però da affermare a gran voce un piccolo dettaglio: le due protagoniste, la Letturatura e la Musica, si incastrano a meraviglia, come il pane e il burro. Non si invadono il campo l’una con l’altra, non si rubano i reciproci spazi vitali, ma quando si incontrano (soprattutto se per puro caso), allora possiamo assistere ad un vero e proprio colpo di fulmine, più forte e reale di quello che può coinvolgere due esseri umani.

Lunedì 21 marzo cadrà l’anniversario della nascita di un grande compositore e artista musicale, Johan Sebastian Bach e proprio per caso, in quella stessa data cade la Giornata mondiale della poesia: quale migliore occasione per celebrare entrambi gli eventi insieme, magari discutendone in un ampio salone antico, creando un dialogo attivo e prolifico? Il Circolo dei Lettori di Torino, il quale ormai da anni si fa portavoce di una nuova cultura letteraria, dove saper unire il divertimento per i più piccini e la trasversalità del mondo della cultura, organizzerà proprio in questa data un incontro presso la sua sede (la trovate in Via Gianbattista Bogino 9, Torino) alle ore 18.30: durante la serata interverranno due soggetti che per esperienza possono testimoniare i molteplici elementi in comune esistenti tra la Musica e la Letteratura, ovvero Valentina Colonna, poetessa e pianista e Gregorio Fracchia, chitarrista e compositore. Due persone, ognuna specializzata nel proprio campo, che tenteranno di mettere in contatto due mondi così diversi eppure così simili. Due arti, protagoniste di una storia: entrambe fatte di carta, di penne che grazie alla genialità di qualche creatore/creatrice tirano fuori quelle note tutte nere, quelle parole che scorrono via come sassi in un fiume in piena, che se riescono a fondersi, possono provocare un turbinio di emozioni che non ha eguali. Moltissimi romanzi spesso citano tra le loro righe qualche brano musicale, qualche composizione, qualche suono e spesso al lettore viene spontaneamente voglia di andarsi a cercare quella sinfonia, quella canzone, quelle note e ascoltarle, riascoltarle, leggendo il libro. Il successo è quasi sempre assicurato, in quanto l’accostamento tra cuffie e segnalibro è pari al mix dei gusti che uno chef curioso vuole sperimentare nella propria cucina. Pensiamo al romanzo “Hannibal” di Thomas Harris, nel quale ad esempio il brano “Aria da capo” dello stesso J.S.Bach ormai rievoca subito il volto dello psichiatra/cannibale benché non sia per nulla una musica violenta o dirompente, al contrario sembra quasi sussurrata: eppure l’accostamento funziona, anzi è divino. E come questo, molti altri ancora.