Il Bosone “SFIDA DI DIO”

Col Padreterno si può parlare tranquillamente senza timore che se la prenda a male… Non è la stessa cosa per Peter Higgs, lo scienziato inglese ultraottantenne che per quasi 50 anni è andato alla rincorsa della misteriosa particella e che si dichiara ateo. Pare infatti che gli dia abbastanza fastidio che il suo “ bosone” sia stato ribattezzato la “particella di Dio”.
In realtà non sono stati i media a forgiare il nomignolo, ma il fisico statunitense Leon Lederman ( ex direttore del Fermilab di Chicago) in un suo libro degli anni Novanta, chiamandola inizialmente la “dannata particella”, come “ quella dannata Primula Rossa che ritrovare mai non si possa” appartenente al ciclo letterario che iniziò il cosiddetto genere thriller nel primo Novecento.
Non ci sembra assolutamente irriverente verso i credenti l’ipotesi scientifica che da anni riponeva la conferma dell’esistenza di Dio nella scoperta di questa particella che “permea l’Universo”. Il solo averla affiancata a Dio avalla la fede degli stessi scienziati: non si nomina una persona se non se ne considera l’esistenza!
Dunque la particella, o più precisamente “una traccia” di essa, esiste e va a completare il quadro delle 17 particelle elementari che compongono la materia.
Stranamente, non dello stesso parere di Higgs è l’astrofisica novantenne Margherita Hack, da sempre superscettica per eccellenza su argomenti sia ultraterreni che extraterrestri. Alla notizia giunta dal CERN di Ginevra, la Hack si è fatta due conti e, presa in mano la tavoletta del modello Standard come un I-pad ( si fa per dire!) , ha commentato che, se due più due fa quattro e quattro per due fa otto, allora “il bosone è Dio”. O, almeno, il suo Dio. Eureka! Qualcosa si muove nella sua scorza duracea.
La scienziata simpaticona si è sempre detta atea. Ma probabilmente, visto il suo stato anagrafico non più neonato, predisposta alla naturale saggezza degli anni, si è fatta prendere dall’entusiasmo e si sta risolvendo ad avere almeno una “fede” e a dare uno sguardo in alto laddove il credente ritiene che ci si possano perdonare le nostre atomiche imperfezioni.
L’argomento ci trova assai coinvolti ma, poiché non siamo giornalisti scientifici , la spiegazione sulla natura del bosone meglio lasciarla ai puntuali servizi già apparsi nei giorni scorsi sul nostro foglio.
L’anello mancante
Quello che siamo riusciti a capire da qualche spiegazione la più scolastica è che questa benedetta particella era come l’anello mancante alla costruzione del primo mattone dell’Universo. Ci dicono che il Bosone è simile a un personaggio invisibile che entra in una grande stanza dove ci sono tante persone. Al suo passaggio, questo seducente adescatore Mister X è capace di attirare a sé, di volta in volta a seconda dei suoi spostamenti, dei gruppuscoli di persone, le quali acquistano “massa e gravità” dalla sua attrattiva vicinanza, rendendosi così capaci di affrancarsi dall’essere fagocitati dalla velocità della luce. Insomma, il Bosone è un “individuo” aggregatore, un dispenser di materia.
Scienza e fedeCi sembra che operare una netta divisione tra scienza e fede sia segno di una certa miopia intellettuale. Tuttavia, una mediazione tra credenti e atei non appare possibile se non attraverso il terreno assai scivoloso del compromesso. Ci piacerebbe comunque sapere quanti scienziati, oltre che studiare il ‘dna’ dell’universo, abbiano dedicato almeno un po’ del loro tempo all’ indagine di quanto è stato scritto prima della storia dell’uomo. La Bibbia non è proprio una favoletta se la si interpreta nella sua continuità rivelatrice tra Vecchio e Nuovo Testamento. Per inciso, se non sembra convincente quanto è detto nel capitolo della Genesi, vuol dire negare il chiaro parallelismo alla teoria del dopo Big Bang.
Posto che la religione ( dal latino religere: scegliere) è nata con l’uomo, il quale ha voluto vedere nei fenomeni naturali dei segni ‘celesti’ , lo scienziato studia questi fenomeni e ne dà una spiegazione pragmatica. L’ateismo della maggior parte degli scienziati è la negazione di Dio come entità creativa Trascendente, ma possibile in diversa forma, quella che i filosofi antichi fino al razionalista Spinoza chiamavano Immanentismo o Panteismo: il Dio insito nella natura, teorie assai affascinanti e in certo modo riprese da Giordano Bruno che per questo venne tacciato di eresia e mandato al rogo dall’Inquisizione.
Oggigiorno, vista la diffusione in occidente delle filosofie orientali e in particolare del Buddismo, nessuno si sognerà di mandare al rogo coloro che intravedono una mediazione delle diverse dottrine religiose. La Chiesa medesima dimostra le sue aperture.
La religiosità di Einstein
Lo stesso Einstein, nel suo testamento spirituale, dedica un ampio e approfondito capitolo alla questione “religione e scienza”, dichiarando la sua profonda “religiosità” proprio nella conoscenza delle leggi universali. Il grande scienziato afferma:
“ Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l’oggetto della sua creazione, un Dio che soprattutto esercita la sua volontà nello stesso modo con cui l’esercitiamo su noi stessi……. Difficilmente troverete uno spirito profondo nell’indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità. Ma questa religiosità si distingue da quella dell’uomo semplice: per quest’ultimo Dio è un essere da cui spera protezione e di cui teme il castigo, un essere col quale corrono, in una certa misura, relazioni personali della stessa natura dei rapporti tra padre e figlio”.
E ancora: “… la religiosità cosmica non può essere pienamente compresa da chi non la sente poiché non vi corrisponde nessuna idea di un Dio antropomorfico”.
Il margine d’imponderabilità.
Antonino Zichichi, dal canto suo, non ha mai nascosto di essere credente, dichiarando che “ Nessuna scoperta scientifica esclude l’esistenza di Dio, che sta nella logica che regge il mondo”. Anche Tullio Regge, per citare un altro dei nostri scienziati, avvalora molte ipotesi di “coesistenze” nell’ infinitezza del Tutto:
Non ci sembra poi così blasfemo accostare Iddio ad un “bosone”, ma piuttosto “improprio”. Se Dio esiste nella sua alterità, la scoperta della particella è il suo strumento per farsi scoprire, lasciando agli scienziati il loro cammino di ricerca per offrire all’uomo non credente uno spiraglio in più per raggiungerlo. Potrebbe essere questa un’argomentazione per mettere d’accordo credenti e profani.
Siamo sempre stati dell’avviso che non ci si debba mai attestare su posizioni rigide in nessun campo della speculazione umana.
L’osservazione della natura, dei suoi fenomeni e le fantastiche scoperte scientifiche non fanno che avvalorare l’esistenza di una Forza coordinatrice del tutto, come la si voglia interpretare, che noi chiamiamo Dio . Possiamo chiamarla religione della natura, cosa ben diversa dalle religioni imposte dalle istituzioni terrene che nel corso della storia hanno voluto ingabbiare la libertà di pensiero con lo spauracchio di un Dio di volta in volta prodigo o vendicatore, umano tanto quanto noi terreni.
Crediamo comunque che la scienza non possa dire l’ultima parola, che tutto è in divenire e che tutto sia confinato nell’inimmaginabile, in quel lago di mistero che ci fa chiedere il motivo per il quale l’uomo è stato messo su questa Terra e il significato dell’ esistenza fino al termine della sua vita.
Un “bosone” può spiegarci COME funziona l’Universo, ma il PERCHE’ di tutto potrà esserci chiaro solo quando la nostra ‘ massa’ corporea subirà una sicura trasformazione, nel buio o nella luce, entità materica dissolventesi nello spazio, ricongiunta al cosmo dal quale ha origine. O ci annichiliremo, spirito e corpo, diventando antimateria o tutto ci sarà chiaro nella visione ineffabile di un silenzio cosmico. Solo nel silenzio del dopo…
Angela Grazia Arcuri
Roma, 9 luglio 2012.