Il Tintoretto a Roma

Fino al 10 giugno 2012 è possibile visitare a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16, la mostra monografica “Tintoretto”. L’evento, curato da Vittorio Sgarbi, presenta uno dei più grandi interpreti della pittura italiana del Cinquecento, definito dal Giorgio Vasari come “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”. In mostra sono esposti 40 dipinti, offrendo al visitatore un approccio sintetico e significativo del percorso artistico di Jacopo Robusti – il cui soprannome di Tintoretto gli deriva dall’essere il padre tintore di panni.
La mostra, che si articola in due piani espositivi, si prefigge di illustrare compiutamente l’opera del Tintoretto attraverso i suoi tre principali generi di pittura e cioè il tema religioso, il tema mitologico e il ritratto.
L’evento si colloca all’interno dell’ampio programma di rivisitazione degli autori che hanno reso unica e grandiosa la storia artistica del nostro paese, da Botticelli ad Antonello da Messina, da Bellini a Caravaggio e più recentemente da Lorenzo Lotto a Filippino Lippi.
La mostra, grazie al fondamentale sostegno dei maggiori musei del mondo che hanno concesso una serie di prestiti eccezionali, si apre e si conclude con i due autoritratti del Tintoretto, il giovanile del Victoria & Albert Museum di Londra e il senile del Louvre di Parigi. Nel percorso espositivo è possibile, inoltre, ammirare lo spettacolare e immenso Miracolo dello schiavo dipinto nel 1548 per la Scuola Grande di San Marco, nonché opere celebrate e famose come quella che viene considerata una delle sue prima riconosciute, Gesù tra i dottori (1542), concessa dal Duomo di Milano, la Madonna dei Tesorieri e il Trafugamento del corpo di San Marco, ambedue della Galleria dell’Accademia, la Santa Maria Egiziaca e la Santa Maria Maddalena, della Scuola Grande di San Rocco. Sono, inoltre, presenti in mostra due delle dieci di opere dell’artista rappresentati l’Ultima Cena, che consentono di effettuare un inedito confronto tra quella della veneziana chiesa di San Trovaso e quella, di cinque anni più tardi, della chiesa di San Polo. Accanto alla pittura religiosa, il percorso espositivo ci permette di ammirare alcuni dei massimi capolavori della ritrattistica tintorettesca e della pittura profana, come Venere, Vulcano e Marte dell’Alte di Pinakothek di Monaco, due dei 14 ottagoni, raffiguranti Apollo e Dafne e Deucalione e Pirra, della Galleria Estense di Modena e Susanna fra i vecchioni del Kunsthistorisches di Vienna.
Il Tintoretto si è imposto nel panorama artistico del Cinquecento grazie ai suoi scorci arditi, le invenzioni fiabesche, la sua versatilità nonché il colpo energico del pennello e la rapidità della pennellata la quale è chiaramente visibile ancora oggi nelle opere esposte. Con la sua pittura si è preoccupato di narrare ogni aspetto della miseria umana mirando ad una espressività che nella ritrattistica è divenuta ricerca di una verità oltre le caratteristiche fisionomiche e psicologiche dei soggetti ritratti.
Nato nel 1519, il Tintoretto diciottenne s’iscrisse alla Fraglia dei pittori e, divenuto maestro, iniziò a dipingere. Si affermò velocemente nella Venezia del tempo e a soli trent’anni ottenne l’importante commissione di realizzare un telero per la sala capitolare della Scuola di San Marco che avesse come tema uno dei miracoli del santo. Venne così realizzato il “Miracolo dello schiavo”, un’opera provocatoria che si articola come la scena di un teatro. Intorno all’artista iniziano così a svilupparsi polemiche e critiche ma anche consensi e ammirazione e tutto ciò lo impone nel quadro artistico del tempo come il pittore più talentuoso della sua generazione e il più accreditato rivale di Tiziano. Il grande Longhi descriveva il Tintoretto come di “natura geniale, grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di luci ed ombre vibranti… uno spettacolo continuo”.
La mostra segue una precisa narrazione biografica grazie alle interessanti parole della scrittrice Melania G. Mazzucco che ha ricostruito la vita e l’ambiente del Tintoretto attraverso i suoi studi e romanzi. Molto interessante è anche il video realizzato da Luigi Boro, Stefano Balbo e Cristina Marchesi posto all’ingresso che introduce all’arte del Tintoretto presso la Scuola Grande di San Rocco e che permette di vedere i dipinti immensi dell’artista nella loro collocazione naturale.
La mostra, impreziosita dallo scenario delle Scuderie del Quirinale e dotata di lodevole organizzazione logica e tematica, è l’occasione perfetta per avvicinarsi ad un grande artista del nostro Cinquecento.
Maddalena Cetronio
22 marzo 2012