Eat Me: in scena il corpo femminile “mangiato con gli occhi”

Performance e dinamica dello sguardo si intrecciano in Eat Me, spettacolo e concept di Giorgia Lolli al Teatro India che sfida le convenzioni sulla rappresentazione del corpo femminile. Il 18 e 19 giugno 2025, al Teatro India, è andato in scena lo spettacolo Eat Me. Ideato da Giorgia Lolli, sound design di Sebastian Kurtén, costumi di Suvi Kajas e disegno di Elena Vastano: Eat Me invita gli spettatori a riflettere sulla rappresentazione del corpo femminile nelle arti visive, mettendo in discussione il modo in cui esso viene osservato.
Un gioco tra chi guarda e chi è guardato
Le due performer – grazie a un gioco di contrasto di ombre e luci, che le circonda senza mai assorbirle – conferiscono sinuosità e movimento alla spiazzante staticità della scena.
La coreografia ripercorre movenze quotidiane come toccarsi il collo o sistemarsi i capelli. I corpi sono morbidi nel movimento, ma diventano solidi quando toccano il pavimento. Gli sguardi delle due danzatrici, quando posano sul pubblico, evocano il peso di uno sguardo che non può prescindere dalla concettualizzazione del corpo.
Se è vero che la malizia sta negli occhi di chi guarda, altrettanto si può dire per l’oggettificazione del ritratto femminile nella storia dell’arte. Questa è la provocazione di Eat Me che – partendo dalla fascinazione per l’espressione “mangiare con gli occhi” – gioca sulla relazione tra chi guarda e chi è guardato.
Le forme lisce e flessibili delle danzatrici ci regalano una coreografia che accentua la sospensione del tempo e crea una dimensione in cui le due performer sembrano frammenti mobili e corpi dinamici di un quadro sì familiare, ma al tempo stesso disturbante.
Tra visione e coscienza
L’opera non cerca o propone risposte, al contrario, suscita domande: cosa vediamo veramente quando guardiamo il corpo di una donna? Il desiderio, il disagio, il pudore e la vergogna da dove arrivano? Che effetto hanno? La responsabilità di chi osserva dove si colloca? Decostruire lo sguardo dominante per rivelarne la fragilità dei sistemi e delle dinamiche di potere: è questo l’intento di Giorgia Lolli, attualmente impegnata con i suoi studi di Coreografia alla Helsinki Uniarts.
Spinta da uno spiccato interesse per le politiche dello sguardo nella messa in scena performativa e dalle esperienze sessualizzate vissute attraverso il proprio corpo femminile, i lavori di Giorgia Lolli uniscono la ricerca drammaturgico-coreografica ai processi di natura comunitaria, mischiando le connessioni tra femminismo e composizione coreografica. Con il suo concept Eat Me non si è limitata a mostrarci: ci ha provocati, coinvolto e destabilizzati. È in questo bias tra visione e coscienza che si rivela la forza del suo messaggio.