31 agosto, la Giornata della Lingua Romena: origine e obiettivi
Il 31 agosto, Giornata della Lingua Romena, è ormai alle porte. Come dichiarato dalle alte cariche diplomatiche dell’Ambasciata di Romania in Italia, si tratta di un’occasione estremamente significativa, per riflettere sulla storia, sulla cultura, così come sull’unicità della lingua romena, sempre più diffusa nel mondo.
Istituita con legge, a partire dal 2013, la Giornata si pone come obiettivo l’organizzazione di numerosi eventi celebrativi, molti dei quali avranno luogo proprio a Roma.
L’istituzione della Giornata della lingua romena
Proclamata con la legge 53/2013, dal Parlamento romeno, la Giornata della Lingua Romena viene celebrata il 31 agosto, dalle autorità pubbliche di Romania e dalle rappresentanze diplomatiche all’estero, tra cui le istituzioni culturali.
Come esplicitato dal testo normativo, l’intento delle autorità è di avviare programmi e manifestazioni culturali ed educative e artistiche con carattere evocativo o scientifico, consacrati alla storia della lingua romena.
La Giornata viene celebrata anche nella Repubblica di Moldova, in seguito al conferimento dello status di norma costituzionale alla Dichiarazione di Indipendenza del 1991, nonché al riconoscimento del romeno come lingua ufficiale del paese.
Il romeno: latinità e unicità
Ciò che rende il romeno unico è sicuramente il suo carattere di lingua romanza separata geograficamente rispetto alle altre, ovvero l’italiano, il francese, lo spagnolo ed il portoghese.
Ci si è interrogati molto sul tema ed il motivo di tale dislocazione andrebbe probabilmente ricercato nelle invasioni barbariche iniziate nel II secolo d.C. ed in quelle slave del VII secolo.
Nonostante questi eventi così incisivi dal punto di vista storico, geografico e linguistico, come fece il romeno a resistere in quanto lingua romanza? La spiegazione più plausibile di tale fenomeno è che, mentre nell’Impero Bizantino si parlava il greco, nelle campagne balcaniche era rimasta la tradizione del latino, come nella Dacia romana.
Il latino, che poi sarebbe diventato proto-romeno, si cristallizzò, seppur “sporcato” da alcuni termini di influenza esterna. Si andò così a creare un’isola linguistica unica nel suo genere, separata dalle altre dal muro slavo.
Secondo i linguisti, oggi le parole romene di origine latina costituirebbero ben l’80%, mentre il restante è ripartito tra influenze slave, germaniche, greche, ungheresi, turche, onomatopeiche ed altre ignote.
Un secondo elemento di unicità del romeno, oltre alla sua origine storico-geografica, consiste nella sua evoluzione principalmente popolare, non interrotta da una letteratura classica o rigida. Ecco perché sono presenti forme latine in maniera così massiccia (basti pensare al fatto che in romeno vi sono ancora le declinazioni), mentre in altre lingue romanze non è più così.
Terzo elemento è poi la presenza di numerosi dialetti romeni, tra cui il munteno, l’olteno, l’ardealiano, il banatico e chiaramente il moldavo.
Al Brancaccio, un concerto in onore della lingua romena
Come abbiamo visto, molti sono gli aspetti che rendono la lingua romena degna di attenzione, studio e celebrazione. Ecco perché il 5 settembre 2024 si terrà, presso il Teatro Brancaccio della capitale, il concerto d’opera “Tre tenori di Iasi… a Roma”.
Organizzato in partenariato con la Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati del Parlamento italiano e le più alte istituzioni diplomatiche e culturali romene e moldave, l’evento sarà un’occasione straordinaria per dare concretezza alle motivazioni della Giornata della Lingua Romena.