Giovani artisti emergenti: intervista a Salvatore Pione
Cultura
13 Settembre 2022

Giovani artisti emergenti: intervista a Salvatore Pione

Salvatore Pione, artista under 30, spiega il suo linguaggio artistico rivolto alle nuove generazioni con contaminazioni tra i vari media, ma guarda anche al passato attraverso le tradizioni siciliane che sono da sempre spunto per le sue creazioni.

di Diana D'Ambra

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Salvatore Pione (Messina 1995) è un artista di origine siciliana che vive e lavora a Londra.

Dopo aver conseguito il Diploma in Animazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino, si è spostato nella capitale inglese per perfezionare i suoi studi. Le sue opere, sculture bidimensionali o tridimensionali, sono silhouettes in legno dipinte in colori acrilici che rappresentano personaggi immaginari dotati di un significato allegorico. Statiche e dinamiche al tempo stesso sembrano voler comunicare con lo spettatore e con lo spazio circostante.

Pione è un grande sperimentatore e alla sua ricerca artistica affianca la scrittura, il disegno, la pittura, i suoni e le installazioni di grandi dimensioni.

Quando e come è iniziato il tuo percorso artistico?

Sin da bambino disegnavo e creavo cose con tutto ciò che trovavo a portata di mano. È stata da sempre una passione che mi ha accompagnato negli anni, dall’infanzia all’adolescenza, momento in cui ho realizzato che tale passione sarebbe potuta diventare un lavoro. A 19 anni mi sono trasferito a Torino per studiare animazione 2D al Centro Sperimentale di Cinematografia dove ho appreso le tecniche e i principi fondamentali dell’animazione tradizionale che tutt’ora continuano a far parte della mia pratica. Con il passare del tempo ho percepito il mondo dell’animazione come troppo riduttivo rispetto alla mia voglia di creare e sperimentare con materiali quindi, terminato il terzo anno e dopo aver lavorato per una casa di animazione italiana a Firenze, ho deciso di trasferirmi a Londra per studiare Fine Arts al Camberwell College of Arts dove mi sono specializzato in scultura. Al momento sto finendo l’ultimo anno di master in Fine Arts alla Goldsmiths University of London e lavoro prevalentemente con scultura, pittura ed installazioni su grande scala.

Quali sono i riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato?

Sono influenzato dagli usi e dalle tradizioni della Sicilia, la mia terra d’origine, e dai luoghi della mia infanzia che fungono da ispirazione per le mie opere. Colori e suoni, così come leggende e dialetti che fanno parte del patrimonio siciliano, sono elementi essenziali per il mio processo di ricerca e proprio per questo cerco di tutelarli in un modo che solo l’arte può fare. Sono inoltre influenzato dagli scritti di Giovanni Verga e Pirandello in cui la memoria e la nostalgia della “sicilianità” sembrano essere processi essenziali di approccio alla vita. Le mie ispirazioni stilistiche risentono tanto del background in animazione e disegno; le sagome che uso sono un richiamo all’animazione tradizionale, ai design della UPA Animation e i volumi e le linee rimandano ai personaggi creati da Gerarld Scarfe per il film Disney Hercules. Numerosi artisti visivi poi, sono stati e sono tutt’ora, fonte d’ispirazione come Edward Kienholdz, Dimitris Papaioannou, Lorenzo Mattotti, Bea Bonafini, Sarah Woodfine, Guglielmo Castelli etc…

Come nasce una tua opera? Cos’è per te l’ispirazione?

La mia ricerca artistica muove dal tema del ricordo attraverso un processo in cui la memoria diventa un metodo di approccio al presente. Sono particolarmente interessato al linguaggio estetico della memoria e al modo in cui essa riesce a manifestarsi attraverso l’uso di materiali. Sono alla continua ricerca di un dialogo tra elementi del passato e del presente che attraverso le mie opere si intrecciano e prendono vita con una grottesca teatralità. L’ispirazione nasce quindi dal ricordo che la mia mente rielabora e trasforma dando vita a mondi paradossali e a figure animalesche.

Quali sono i materiali che utilizzi e quali sono quelli che vorresti sperimentare domani?

Le mie opere coniugano assieme scultura, pittura, disegno, animazione e scrittura prendendo forma attraverso installazioni di varia natura. Il contatto con i materiali è parte essenziale della mia pratica, così come la sperimentazione di nuove forme e texture. Negli ultimi anni mi sono specializzato nell’utilizzo di legno e ferro, materiali che prediligo e che mi hanno permesso di affinare il mio stile. Il colore, inoltre, gioca un ruolo fondamentale nelle mie opere perchè, trattandosi in prevalenza di silhouette piatte, conferisce volume e tridimensionalità. Di solito lavoro con pigmenti e vernici per il legno, acrilici, olio, cere, smalti e la scelta della color palette è frutto di un’accurata ricerca; i colori usati nel mio ultimo show realizzato per il Collettivo Flock, ad esempio, si ispirano alle tradizionali carte da gioco siciliane. Anche le luci hanno un ruolo importante perché, proiettate sulle sagome delle sculture, ne enfatizzano le ombre suggerendo un’estetica da palco scenico e trasformando l’installazione in un piccolo set teatrale.

Cosa puoi dirci dei tuoi progetti futuri?

Per il futuro ho tante idee in cantiere, forse fin troppe. Sto lavorando ad uno show che si terrà a Londra questo inverno e che includerà pezzi un po’ diversi rispetto agli ultimi su cui ho lavorato, meno figurativi e più simbolici. Sto anche iniziando ad abbozzare le prime idee per il mio Degree Show che si svolgerà a luglio sempre a Londra e prevedo che sarà l’installazione più grande alla quale io abbia mai lavorato.