Ozmo tra street art e vandalismo sulla fonte di San Cerbone a Baratti

Ha avuto vita breve l’intervento artistico di Gionata Gesi, in arte Ozmo, sulla fonte di San Cerbone a Baratti, vandalizzato con della vernice nera proprio la scorsa notte. L’opera di street art, non autorizzata, rappresentava due monete con i volti di Medusa ispirati al Tesoro di Populonia, esposto presso il Museo Etrusco di Populonia all’interno della Collezione Gasparri. Nonostante l’apprezzamento del Sindaco del Comune di Piombino Francesco Ferrari, l’azione dello street artist aveva sollevato alcune polemiche sui social nei giorni scorsi.
Le ragioni della street art
Il monumento scelto da Ozmo era da anni abbandonato al degrado, in uno stato di visibile abbandono ma, nonostante l’ intervento avesse lo scopo di valorizzazione e recupero del bene, non tutta la comunità lo aveva apprezzato ritenendolo una deturpazione del patrimonio storico. Il rapporto tra street art e territorio è da anni spesso conflittuale: alcuni pensano che si parli di una tipologia d’arte sviluppata e valida, altri credono che sia puro vandalismo. La verità è che la street art viene praticata da ogni artista per ragioni differenti: come sovversione critica al sistema economico, per valorizzare un determinato luogo, per riappropriarsi degli spazi pubblici o per semplice condivisione. In ogni caso, le opinioni divergenti sulle opere di street art rispecchiano oggi il legame tra i cittadini e il loro territorio.
Le polemiche
Scrive Ozmo sui suoi social, a proposito delle polemiche: «L’aver dipinto due di quelle affascinanti monete, proprio a Populonia e proprio in quel luogo, esprime appieno lo spirito del mio lavoro pittorico. E quindi mi chiedo, perché si parla tanto di rigenerazione urbana, spesso sotto elezioni, e si discute di dare spazi alla street art, ma poi non si ha la capacità – o la volontà- di darle il giusto riconoscimento, proprio quando si ha la fortuna di incontrarla nella sua espressione più intima, priva del filtro di curatori e committenti, ovvero nella sua forma illegale?» E continua: «Devo ringraziare il vandalo per la scorsa notte perché adesso sarà chiaro anche ai più sospettosi la differenza tra chi nei suoi atti ci mette la faccia creando qualcosa di positivo ed arricchendo, e chi da codardo vandalizza distruggendo». Ottima sintesi quella dell’artista, che ci fa capire la differenza tra il reale vandalo e l’artista. Allora non resta che pensare sia giusto che l’opera rimanga lì dov’è, anche se imbrattata, a mostrare il risultato del difficile quanto arricchente dialogo tra arte del passato e contemporanea.