Gustave Flaubert: dove il reale è l’ “altrove”
Cultura
29 Aprile 2022

Gustave Flaubert: dove il reale è l’ “altrove”

Analisi delle condizioni che hanno portato lo scrittore a diventare il maestro del Realismo nella letteratura francese, il romanzo "Madame Bovary" che gli diede la fama ed i suoi luoghi segreti.

di Fabiana Notargiacomo

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«Per quanto l’uomo possa espandersi con la sua conoscenza, e apparire a se stesso obiettivo: alla fine non ne ricava nient’altro che la propria biografia». Nietzsche (1878)

Quanto c’è di Gustave Flaubert nella sua opera?

In letteratura, così come in ogni manifestazione dell’arte, non si sa mai con precisione quanto si debba considerare la vita di un artista per leggere la sua opera, di qualunque natura essa sia. A tal riguardo, le voci sono sempre state controverse, talvolta in totale opposizione; c’è chi sostiene che un’opera vada letta alla luce della vita privata del suo autore, e chi invece considera il risultato artistico come prodotto indipendente dalla mano creatrice. Oggi ci occuperemo del più grande autore della letteratura francese dell’Ottocento, creatore di romanzi divenuti classici, tra cui L’Educazione sentimentale, Madame Bovary, Sallammbô, Bouvard e Pecuchet: Monsieur Gustave Flaubert.

Casa Flaubert

Quando si ha a che fare con un grande autore, la sensazione che si ha è simile a quella che si prova quando si va a visitare la casa di un grande artista, diventata un museo. Vi si entra con grande riverenza, stupore, e con troppa poca discrezione; si ha il desiderio di sapere, di immaginare dove l’artista creava, scriveva, riceveva ospiti e dove consumava le sue serate migliori. Si fantastica sugli oggetti presenti nella casa, quegli oggetti che non si sa se sono sempre stati in quel posto o se sono stati messi lì da qualcun altro soltanto per costruire una sceneggiatura. E procedendo nel percorso guidato capita a volte di attraversare corridoi le cui stanze non sono accessibili al pubblico, delimitate da cordoni rossi che non si possono scavalcare. Quando la visita è finita e si fa un resoconto tra sé e sé, si ha l’impressione di non essere stati soddisfatti abbastanza perché tra le tante cose viste, le uniche cose che si sarebbero volute davvero vedere erano proprio al di là di quei limiti invalicabili. Noi della redazione di 2duerighe però siamo volati in Francia, a Rouen con esattezza, là dove nacque il Signor Gustave Flaubert e abbiamo vagato realmente nell’Hôtel Dieu, nelle sue stanze e tra le sue cose, cercando di attraversare per voi, quei limiti invalicabili!

Verso il bovarismo

Flaubert nacque a Rouen nel 1821, figlio secondogenito del chirurgo Achille-Cléophas Flaubert. Gustave crebbe in un ospedale, l’Hôtel Dieu, dove sin da subito elaborò la sua triste visione del mondo: allegrie e inquietudini si alternavano molto facilmente nel piccolo Gustave, e non c’è dubbio sul fatto che l’ambiente medico in cui è nato e cresciuto abbia influenzato la sua opera. Immerso tra il materialismo freddo e impassibile dei corpi malati, estremamente attento ai particolari e ai dettagli, ha sviluppato un’attitudine all’osservazione quasi scientifica che lo ha condotto verso il concepimento del romanzo realista.

Nel 1843, a causa di una prima manifestazione della sua malattia nervosa, l’epilessia, lasciò gli studi di diritto e l’anno successivo il padre acquistò una proprietà a Croisset, dove Gustave diede luogo al suo laboratorio di scrittura e dove morì nel 1880. Tra il 1843 e il 1845 pubblicò la “prima” Éducation Sentimentale, ripubblicata in una seconda versione nel 1869.

Ma risale al 1849 il momento fondamentale per la vita di Flaubert, il viaggio in Oriente con Maxime du Camp che segnò il passaggio dalla sua fase romantica a quella del romanzo realista: all’improvviso dopo cinque mesi trascorsi sul Nilo, fu sorpreso da un bizzarro fenomeno psicologico: Madame Bovary stava per nascere.

Madame Bovary c’est moi?

Da sempre si attribuisce a Gustave Flaubert l’espressione «Madame Bovary c’est moi!» che però non ha mai pronunciato realmente, eppure spesso anche le frasi mai dette riescono a colpire dei nuclei di verità molto di più rispetto a dei frammenti storicamente attendibili: vediamo perché.

È nel settembre 1851 che Flaubert inizia a scrivere la sua Madame Bovary, racconto di una donna, moglie e amante perennemente insoddisfatta, costantemente alla ricerca di un altrove inesistente che l’ha costretta al suicidio. Flaubert aveva una natura femminea, questo spiega il perché sia riuscito ad entrare così profondamente nella psiche di questa donna, e le descrizioni dei desideri e dei pensieri di Emma Bovary ne sono la prova. Madame Bovary è il romanzo che mette in scena il trionfo della stupidità e della borghesia, elementi costanti nella vita di Flaubert, dai quali però ha preferito allontanarsi. Ed è proprio in questa condizione che l’autore inizia a scrivere; l’artista diventa un emarginato, e la torre d’avorio che a lungo è stata il simbolo di un isolamento quasi snobista del letterato, con Flaubert rappresenta il luogo di separazione tra la figura dell’artista e la figura del borghese.  Non è forse quindi l’altrove la chiave di accesso al bovarismo?