La Ferita di Palazzo strozzi conquista Firenze ma regala davvero un segno di speranza?
“Dicono che i musei siano chiusi. Ma sta a noi riaprirli. Qui è Firenze, la città di Botticelli, Donatello, Machiavelli e Dante, abbiamo aperto Palazzo Strozzi per voi. In questi ultimi mesi siamo stati privati della possibilità di stare insieme, ma abbiamo ancora la libertà di sognare, creare, immaginare il futuro. Forse non è molto, ma ce l’abbiamo!”. Queste le parole che si leggono nel post dello street artist francese JR su Instagram, sotto la foto che presenta il work in progress de La Ferita. Uno squarcio nella facciata di Palazzo Strozzi, a Firenze, che scardina realisticamente l’edificio e ci mostra il chiostro al piano terra e tre opere simbolo al primo piano: la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli e Il ratto delle Sabine di Gianbologna.
La realizzazione e l’intento
L’opera è un trompe l’oeil creata da ottanta pannelli stampati su alluminio, grazie a undici operai e due mesi di lavoro. Alta 28 metri e larga 33, La Ferita ci mostra ciò che, a causa della pandemia, non possiamo più vedere: l’interno di un museo. Realizzata con un collage fotografico in bianco e nero, è costruita come un’anamorfosi: l’effetto ottico per cui l’immagine viene proiettata sul piano in modo distorto, rendendo il soggetto originale riconoscibile solo se viene osservato secondo precisi punti di vista. L’illusione è un vero e proprio sfondamento nella facciata di Palazzo Strozzi, edificio attualmente non visitabile, come tutti i musei d’Italia, almeno fino al 6 aprile 2021. Se non si può accedere fisicamente allora, JR ci invita ad immaginarne l’interno e le opere che ospita, abbattendo i muri reali e sognando di entrare in contatto con l’universo artistico e con la bellezza che dietro si nasconde. Ma la domanda è: sta davvero a noi riaprire i musei? Con l’immaginazione, poi! L’interlocutore è un pubblico stanco, dopo un anno di pandemia, di non poter usufruire dell’arte e di molto altro; questo invito sembra essere dunque provocatorio e scontato, a tratti guidato da un sensazionalismo artistico tipico – molto spesso – della street art. Di tutt’altro avviso sono invece i piani alti.
Cosa resterà
«La nuova opera di JR rappresenta un segnale forte di riflessione sulle difficili condizioni di accesso alla cultura nell’epoca del Covid-19, ma allo stesso tempo un’occasione per un nuovo coinvolgimento del pubblico all’insegna di valori come libertà, immaginazione creativa e partecipazione», spiega Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. «Nell’attuale difficoltà di offrire occasioni di fruizione dell’arte in spazi tradizionali, la scelta di creare un’opera visibile a chiunque sulla facciata di Palazzo Strozzi diviene un invito a ritrovare un rapporto diretto con l’arte e una sollecitazione per nuove forme di condivisione e partecipazione». Con La Ferita, l’istituzione fiorentina inaugura Palazzo Strozzi Future Art, un nuovo programma nato dalla collaborazione con Andy Bianchedi per promuovere la creatività attraverso fotografia e street art, pur nelle attuali condizioni. L’installazione resterà nell’attuale collocazione fino al 22 agosto prossimo. “Un’opera effimera”, così l’ha definita l’artista per via del poco tempo in cui resterà “esposta”, ma che lascerà un segno nelle persone anche quando non ci sarà più, per ricordarci del periodo vissuto e dell’accessibilità alla cultura – e a molto altro – durante il Covid. Starà a noi scegliere se si tratterà di un arbitrario ricordo di speranza o di una vera e propria ferita.