SalTo Extra. Samantha Cristoforetti e Le città invisibili
La seconda giornata del Salone del Libro di Torino in versione digitale si è aperta con la suggestiva intervista di Valeria Parrella a Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e autrice di Diario di un’apprendista astronauta (La nave di Teseo). Perché suggestiva? L’astronauta ha dato vita con le sue parole a un’atmosfera evocativa e quasi immaginifica che ha permesso agli ascoltatori di immergersi pienamente nel suo mondo e riuscire quasi a vedere la Terra dall’alto con i suoi giochi di luce e di colori.
Valeria Parrella ha ideato un confronto tra le città viste dallo spazio e Le città invisibili di Italo Calvino, sottolineando le analogie e le differenze, i diversi punti di vista e il rapporto tra vicino e lontano. Come Marco Polo, Samantha ha esplorato un nuovo mondo per riportare poi agli altri la sua esperienza di viaggio, fatta di essenzialità e di scoperta.
Per me è stato cercare la chiave di volta di un progetto di vita, dare un senso a ritroso alle cose per le quali mi ero impegnata. Il lungo apprendistato ha avuto il suo compimento nello spazio.
La Terra vista dall’alto è una costellazione di luoghi remoti nei quali forse mai l’essere umano ha messo piede. Il tempo meteorologico perde di valore concreto e le nuvole non ostacolano più la vista del cielo, bensì possono bloccare la vista della terra. Osservare un luogo amato o scattare una foto diventa difficile con l’intermezzo della città delle nuvole, un luogo invisibile che prende forma e visibilità. Inoltre, vicinanza e lontananza si mescolano a pieno in un continuo dialogo, un coesistere.
Nello spazio non sei lontano se pensi che esistono luoghi molto più remoti sulla Terra, per esempio la Nuova Zelanda, distante dall’Italia e terra in cui io non ho mai messo piede. Allo stesso tempo però hai anche la sensazione della lontananza, sei in un luogo inaccessibile e a causa della velocità ti è concesso solo un breve contatto visivo con i luoghi a te cari. Una volta ogni 90 minuti giri intorno alla Terra e sorvoli la tua casa, come in un abbraccio, godendo di un susseguirsi continuo di tramonti e albe.
L’astronauta ha sottolineato l’irrilevanza delle cose personali nello spazio, la perdita del peso che diamo loro sulla Terra, perché lì rappresenti l’umanità intera, non sei Samantha, fai parte di una missione molto più grande di te. In questi mesi, la stessa sensazione ha accomunato in piccolo tutti noi alla sua esperienza ed è possibile creare un legame anche con Calvino e altri scrittori, che si danno ai lettori ma allo stesso tempo si escludono e si nascondono per una missione più grande, la propria opera.
La Terra è vista dall’alto come un’interruzione della pace, un luogo su cui vedi i segni di una storia travagliata, le ferite del tempo e le trasformazioni. Nello spazio avviene una compressione del tempo storico che ti permette di estraniarti dal presente e avvicinarti a epoche remote, sentendoti parte di esse. Infine, Samantha ha concluso il suo intervento riflettendo sulla situazione attuale e auspicando un miglioramento della realtà post quarantena, quando il virus sarà stato finalmente sconfitto.
Non torneremo alla vita di prima, ogni volta che si fa un viaggio si ritorna all’interno di un mondo cambiato. Come astronauti torneremo anche noi al mondo da un viaggio e ci accorgeremo di cose nuove e riscopriremo vecchi luoghi. Questo periodo è stato un’occasione per riflettere su ciò che è essenziale e su noi stessi, penso che possa essere il monito giusto per migliorare e cambiare in meglio.