Svestiamo il cibo

Prezzemolo nei sacchetti, banane sul vassoio di plastica, mele sigillate, carne e pesce avviluppati in pellicole trasparenti. Quando facciamo la spesa siamo abituati a portare a casa, oltre agli alimenti che abbiamo acquistato, involucri inutili e dannosi che finiscono nella spazzatura e poi nelle discariche.
A Berlino Sara Wolf e Milena Glimbovsky hanno aperto Original Unverpackt, un supermercato in cui il cibo si vende senza involucro.
L’iniziativa risponde alla crescente domanda di servizi che si occupano di proteggere l’ambiente dall’inquinamento.
I clienti acquistano cibi sfusi che ripongono in contenitori propri, così acquistano il prodotto nudo, senza inutili confezioni che costano e inquinano.
Il cibo sfuso inoltre è più sano: non è prodotto da grandi industrie e non contiene sostanze chimiche per il mantenimento.
Ma ci sono altri vantaggi: l’uso dei dispenser per misurare la giusta quantità di prodotto da acquistare evita gli sprechi e viene privilegiata la qualità che prevale sulla notorietà del marchio e sul richiamo che una bella confezione esercita sull’acquirente.
Nel contempo eliminare gli involucri permette di ridurre il numero di imballaggi che sono difficili da smaltire e riduce i costi del prodotto, con un notevole risparmio di materie prime, di acqua e energia per la produzione.
Anche in Nuova Zelanda una catena di supermercati, la Foodstuffs, che controlla il 53% del mercato alimentare della Nuova Zelanda, ha eliminato in toto la plastica e frutta e verdura vengono esposte in scaffali ciclicamente annaffiate da una pioggia di acqua fresca.
L’iniziativa è stata chiamata “Food in the nude” e ha fatto aumentare le vendite del 300%.
Nasce così un nuovo modo di fare la spesa che presto diventerà un nuovo stile anche nelle nostre città, con grandi vantaggi per l’ambiente in cui viviamo.
Con meno sostanze plastiche, inceneritori e discariche avremo acqua, aria e terra più pulite.