Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio

Il 19 novembre, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre, si è tenuto in Campidoglio, nella sala della Protomoteca, il convegno “Stalking, violenza domestica e alienazione parentale” organizzato da Rachele Mussolini, consigliere comunale della Lista civica con Giorgia.
Tra gli autorevoli relatori il Dott. Vincenzo Barba, p.m. presso la Procura di Roma e componente del pool antiviolenza del Tribunale penale di Roma, ha sottolineato la peculiarità dei reati di violenza che coinvolgono la sfera emotiva al punto da condizionare fortemente la decisione della vittima di sporgere denuncia.
Tale peculiarità è stata evidenziata anche dal Dott. Valerio De Gioia, Giudice della prima sezione penale del Tribunale di Roma che ha spiegato come per figure di reato come “atti persecutori” e “maltrattamenti in famiglia” l’ordinamento predisponga strumenti ad hoc per salvaguardare la vittima.
L’alienazione genitoriale è stato il tema affrontato dal Dott. Giuseppe Buffone, addetto alla Direzione Generale Giustizia Civile del Ministero della Giustizia, che ne ha ribadito il carattere di vera e propria malattia che sviluppa i suoi effetti devastanti soprattutto in età adolescenziale.
Il convegno ha messo in luce aspetti inediti della violenza consumata all’interno della famiglia che viene immaginata come il luogo più sicuro per i suoi componenti e che talvolta invece diviene uno spazio in cui tutti i tipi di violenza si possono sviluppare: fisica, psicologica, sessuale, assistita, come rilevato dall’Avv. Daniela Missaglia.
E se comunemente si ritiene che la violenza venga perpetrata soltanto dagli uomini sulle donne il Prof. Ferracuti, neurologo e psichiatra forense, ha distinto la violenza fisica, che generalmente viene usata dall’uomo sulla donna, dalla violenza che si sostanzia in comportamenti di esclusione di un genitore in danno dell’altro e dà luogo all’alienazione parentale che si caratterizza come un comportamento violento prevalentemente femminile.
Tra le possibili soluzioni ai conflitti familiari l’avv. Pettene ha indicato la mediazione che consente alle parti di comporre i contrasti in un ambito in cui anche le emozioni possono essere espresse.
Talvolta si rivela efficace anche lo strumento dell’ammonimento del questore, che come ha spiegato l’avv. Melandri, è un procedimento amministrativo all’esito del quale la reiterazione del comportamento violento da’ luogo alla procedibilità d’ufficio nei confronti del colpevole.
Ha concluso i lavori Antonella Del Prino, giornalista, che ha auspicato una maggiore sensibilità dei mezzi di comunicazione sull’argomento della violenza familiare, trattata spesso in televisione soltanto al fine di aumentare ascolti.
Il convegno ha offerto un quadro composito gettando una luce sulla famiglia come luogo dal quale dipende la crescita armonica dei figli. Spesso i genitori si sentono schiacciati da un compito tanto arduo. Attualmente la famiglia, ancora di più se monogenitoriale, si trova spesso isolata, costretta a assumere su di sé tutto il peso dell’educazione della prole. Prezioso in questo senso si rivela il contributo esterno di insegnanti, nonni, amici che oltre a essere di supporto ai genitori rappresentano una notevole risorsa per i figli.
“Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio.”