Risonanza cinese: in anteprima assoluta a Roma la mostra di pittura cinese a olio

Lo scenario è mozzafiato: l’ala Brasini del complesso monumentale del Vittoriano, incastonata tra il Foro Romano, il Campidoglio e la scalinata che conduce sulla sommità dell’Altare della Patria.
In anteprima assoluta a Roma la mostra di pittura cinese a olio dal titolo “Risonanza cinese” che espone le opere dei maestri cinesi più importanti del 900 come Zhan Jian Jun, Jin Shang Yi, Zhang Zu Ying, Chao Ge, tra i numerosi altri autori.
Il nastro è stato tagliato alla presenza del sottosegretario del Ministero dei beni culturali, Gianluca Vacca, del Coordinatore del Forum culturale Italia-Cina, Francesco Rutelli e dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare cinese in Italia, Li Rui Yu. Sono intervenuti anche il direttore dell’Istituto della pittura a olio del China National Academy of painting, Zhan Jian Jun, il direttore dell’Accademia delle belle arti di Roma, Tiziana D’Acchille, il segretario generale del China literature and art foundation, Xiang Yunjiu, lo storico dell’arte, Claudio Strinati, la curatrice della mostra, Nicolina Bianchi e il Presidente del gruppo Arthemisia, Iole Siena.
La mostra, che apre al pubblico il 19 luglio e si potrà visitare fino al 9 settembre, punta sull’inedita commistione tra la pittura contemporanea cinese e la tradizione del Rinascimento Italiano.
Il titolo “Risonanza cinese” prende spunto dall’influenza che la pittura europea ha esercitato sull’arte cinese nel XX secolo, attraverso i viaggi in Occidente e la frequentazione delle Accademie d’arte europee da parte degli artisti cinesi.
Sorprendenti i temi dei quadri: ritratti in posa di persone comuni: “Ayiguli, giovane donna splendidamente agghindata” nel dipinto di Quan Shanshi, “Amir, fabbro uiguro” nel quadro di Zhang Zuying e nei paesaggi la rappresentazione di fenomeni naturali come “La brezza serale del vasto deserto” di Wang Keju o “ Vita fluttuante- Crepuscolo sulla sponda del corso d’acqua” di Ren Chuanwen, “ Tuono lontano” di Ma Lin.
Nei quadri esposti appare dominare l’astrazione del concetto attraverso la riproduzione di volti di gente comune o del fenomeno atmosferico nella sua purezza.
Come ha spiegato lo storico dell’arte, Claudio Strinati, ai presenti assiepati nel cortile antistante l’ingresso dell’esposizione, i pittori cinesi in Italia attingono all’idea di bellezza del Rinascimento che si fonda su canoni universali: armonia, equilibrio, eleganza e fanno propria l’identificazione tra arte e scienza, senza dare alcun rilievo alla classe sociale e alla condizione economica.
L’Europa e la Cina così lontane per lingua e abitudini sono state sempre attratte l’una dall’altra.
Nel 1700 la cultura cinese aveva sedotto l’Occidente con le cineserie, simbolo di grazia, meraviglia e incanto.
Successivamente la pittura diventa il canale di comunicazione tra i due mondi. Pittura a olio fino al secolo scorso significava Occidente e i maestri cinesi ne hanno studiato e assimilato la tecnica per esprimere la loro visione del mondo.
Nicolina Bianchi, curatrice della mostra, ha sottolineato come il colore, che nella pittura a olio ha un ruolo fondamentale, viene usato dagli artisti cinesi in tutte le sue declinazioni e trattato come vera e propria materia da plasmare per creare concetti.
All’inaugurazione di “Risonanza cinese” luci, forme e colori di un mondo lontano hanno preso vita sullo sfondo di un tramonto estivo, nel cuore pulsante dell’area archeologica di Roma e hanno affascinato il pubblico con il racconto dell’eterna attrazione tra Oriente e Occidente.