Alcune Opere del Casino Nobile di Villa Torlonia
Fino al 5 maggio 2013 al Casino Nobile di Villa Torlonia si ospitano alcuni arazzi di Raffaello e Rubens, ma la bellezza del museo non sta certo solo in questi quattro dipinti in lana e seta arricchiti con fili d’oro, come entrando, al piano terra si trova nella Serie degli ATTI DEGLI APOSTOLI, nell’ACCECAMENTO DI ELYMAS, dell’Atelier di Parigi del XVII secolo. Ma più avanti troviamo il Bagno, uno degli ambienti più raffinati e curati del palazzo. Le pareti e la volta sono decorate con grottesche su fondo rosso, dipinte da Giovan Battista Caretti, interrotte da riquadri con storie mitologiche di divinità femminili eseguite dal pittore bellunese Pietro Paoletti. Si susseguono le STORIE DI LEDA COL CIGNO, del RATTO DI EUROPA, di PAN E SIRINGA, della NASCITA DI VENERE di DIANA E CALLISTO e di ILA RAPITO DALLE NINFE, e di altre storie tutte in sintonia con la tradizione rinascimentale per questi ambienti. Le scene sono dipinte con la consueta tecnica dell’olio su muro, ad eccezione, sulla parete di fondo, di un mezzo fresco, su scala maggiore che raffigura il soggetto raffaellesco della GALATEA, opera sempre di Paoletti.
Si accede anche alla CAMERA DI PSICHE, così denominata per i sette riquadri , inseriti nella volta a padiglione che narrano la “Storia di Psiche” dipinti a tempera sempre da Pietro Paoletti, in un’elaborata decorazione a grottesca ad opera di Caretti. Il ciclo è ispirato agli affreschi raffaelleschi della Farnesina ed era tra i soggetti preferiti per decorare i palazzi nobiliari dal Rinascimento fino all’Ottocento. Nella stanza è stata collocata la statua di DIANA CACCIATRICE, purtroppo acefala, in marmo di Carrara, identificabile dagli attributi della faretra e del cane. Lo scultore è stato identificato in Ercole Dante, della Scuola di Thorvaldsen, sulla base di descrizioni d’epoca che attestano la presenza di una Diana da lui eseguita, esposta nel Palazzo Torlonia di Piazza Venezia. Da qui, quando il Palazzo fu demolito, fu probabilmente trasportata nella Villa dove è stata trovata nel prato tra il Casino dei Principi e le Scuderie Vecchie.
Vi è poi la CAMERA DEI POETI E DEGLI ARTISTI ITALIANI. Anche a questa sala si accede attraverso due porte con ante riccamente decorate su fondo oro, simili a quelle della sala precedente. In un’articolata e policroma architettura in stile gotico, dipinta da G. B. Caretti, sono inseriti 32 medaglioni con ritratti di personaggi celebri, eseguiti nel consueto stile neocinquecentesco da Pietro Paoletti. Accanto a Dante, Petrarca, Leonardo, Michelangelo e a numerosi artisti di area veneta quali: Tiziano, Tintoretto, Pordenone, Bellini, Veronese, è compreso Carlo Torlonia, il fratello di Alessandro, morto prematuramente, la cui effigie ha sostituito quella originaria di Giorgio Vasari. Nel percorso ci si imbatte nell’arazzo di Raffaello, il Cartone: ATTI DEGLI APOSTOLI , LA GUARIGIONE DEL PARALITICO, sempre in lana e seta con fili d’oro, metà del XVII secolo. Segue il Cartone di Simon Vouet SANSONE AL FESTINO DEI FILISTEI , serie antico restaurato, in lana e seta anch’esso. Poi segue il Cartone di P.P. Rubens: COSTANTINO E CRISPO della serie LE STORIE DI COSTANTINO e L’UDIENZA DEL LEGATO della serie: LE STORIE DEL RE.
Terminati gli arazzi interessante si ritrova anche la CAMERA EGIZIA, a testimonianza dell’eclettismo che domina le decorazioni di questo palazzo, con pitture murali di Luigi Fioroni ispirate alle STORIE DI ANTONIO E CLEOPATRA, dove sono presenti i tre grandi riquadri storici, come: “ L’Incontro tra Antonio e Cleopatra”, “L’Incoronazione di Antonio e Cleopatra” e “Cleopatra inginocchiata davanti ad Antonio”, ai quali si aggiunge un quarto con la personificazione del NILO accanto ad una Sfinge con sullo sfondo le Piramidi, inseriti in una complessa decorazione a geroglifici, proposta anche nelle porte, con colonne e finte architetture che imitano il basalto egiziano, a inquadrare lo spazio. Ne risulta un vano interamente decorato, una vera stanza egizia che riprende la moda introdotta a Roma già nella seconda metà del Settecento e che aveva uno splendido modello nel casino di Villa Borghese, ad opera di Antonio Asprucci.
Segue la SALA DI ALESSANDRO, che fa da pendant alla Sala di Bacco, una delle più fastose del palazzo, ricca di decorazioni di pregio. Utilizzata come sala da pranzo, è completamente decorata con affreschi, fregi a stucco e statue che raccontano le gesta di Alessandro il Macedone, con un’evidente allusione encomiastica al committente Alessandro Torlonia. Nella volta Francesco Coghetti ha affrescato episodi della vita del condottiero, con al centro il trionfale Ingresso a Babilonia, Alessandro e la famiglia di Dario e altre storie. L’imposta è decorata da uno splendido fregio in stucco che rappresenta il TRIONFO DI ALESSANDRO A BABILONIA, opera di Bertel Thorvaldsen, derivato dall’originale in marmo del Quirinale, eseguito nel 1808 e negli anni successivi, replicato in varie dimore patrizie. Il pavimento a mosaico, detto “all’etrusca”è opera di Carlo Seni.
Questo ed altro si può visitare, e non basterebbe un giorno intero per narrare le bellezze del Casino Nobile di Villa Torlonia che, con questi quattro Arazzi ha rischiato di “togliere il fiato” ancor più ai visitatori che si sono succeduti in questi giorni, forse, poi, non così tanto fortunati, dato il ponte di maggio, ma certamente tutti interessati e colpiti dalla bellezza e presi dallo stupore di cotanta arte, fiore all’occhiello della nostra Italia.
Michela Gabrielli
3 maggio 2013