Camorra: arrestati 11 fiancheggiatori dei Casalesi
di Enrico Ferdinandi
Arrestati quest’oggi undici fiancheggiatori latitanti del clan dei Casalesi. L’operazione è stata coordinata dalla Dda di Napoli e gli arresti sono arrivati dopo un lungo lavoro condotta dai carabinieri di Anversa, Caserta. Numerose sono state le perquisizioni alla ricerca del superlatitante Michele Zagaria, in particolar modo nelle zone di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna e Casagiove.
Fra gli arresti spicca il nome di Rocco Veneziani, di anni 57, residente a Castel Volturno, un geometra ed imprenditore edile che di recente era già stato di recente condannato alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa, essendo stato riconosciuto colpevole di appartenere al clan dei Casalesi, gruppo Bidognetti, ed averli aiutati nello svolgimento di alcune attività illecite nel settore delle costruzioni. A quanto pare Veneziano era un vero e proprio punto di riferimento per la gestione degli interessi economici del clan, favorito dalla sua insospettabile professione era invece abile nel falsificare le documentazioni che garantivano la possibilità nel vincere le gare d’appalto. Inoltre Veneziano essendo bene radicato riusciva a garantire e fornire nominativi di imprese “pulite” da poter usare per l’assegnazione di compiti di interesse del clan. A Veneziano sono stati sequestrati: un fabbricato ed un appezzamento di terreno situati a Casal di Principe (Caserta) nonché quote del capitale sociale di una società immobiliare con sede in Terni, del valore complessivo di circa un milione di euro.
Fra gli altri arrestati nel blitz spunta anche Laura Titta, una soldatessa di 25 anni. Titta è stata arrestata nella caserma di Ascoli Piceno sede del 235 reggimento Piceno dove stava prestando servizio da circa 10 giorni. Anche la soldatessa così come Veneziano era considerata un’ “insospettabile” visto il suo tipo di lavoro. Il suo ruolo all’interno del clan era prettamente logistico, ovvero si occupava di fare da autista nello spostamento dei latitanti e a consegnare loro i pasti, un lavoro da soldatessa modello.
Le indagini che hanno portato all’arresto degli undici fiancheggiatori era iniziato nel 2008 ed aveva avuto come primo successo la cattura di Emilio Di Caterino, prima dell’arresto era stato inserito nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi d’Italia dal ministero dell’Interno. L’attività investigativa che seguì l’arresto di Di Caterino ha permesso di ricostruire in seguito la rete dei fiancheggiatori dei Casalesi, riuscendo a far desumere anche i ruoli che ognuno di essi ricopriva nel clan. Di Caterino e altri indagati avevano fornito, una volta divenuti collaboratori di giustizia, riscontri essenziali per rafforzare il quadro probatorio emerso nel corso delle indagini.