Sla, protesta disabili: ”pronti a morire in diretta tv”

Decisione drastica: a questa opzione hanno deciso di affidarsi alcuni malati di Sla, con tracheotomia, che hanno dichiarato che il 21 novembre prossimo si presenteranno davanti al ministero dell’Economia senza il loro ventilatore polmonare di scorta: la durata del ventilatore in loro possesso è di cinque ore, se non dovessero avere ascolto e ottenere risultati, cinque ore dopo sarebbero privi di ausilio per la respirazione e destinati alla morte.
Gli stessi disabili hanno dichiarato che sono pronti a morire davanti al Ministero ed in diretta tv pur di far valere le loro richieste e ottenere dei risultati.
Motivo della protesta il taglio totale, approvato ieri all’assistenza riservato a determinate categorie di cittadini con handicap, tra i quali rientrano i malati di Sla. Un taglio, poi tamponato con la cifra di 200 milioni, cifra decisamente non adeguata a supportare i costi.
Il Comitato 16 novembre, con una nota, ha dichiarato che: “I partiti sono impegnati con le primarie, con la riforma elettorale anti Grillo, con i saldi di bilancio. Sembra una partita a scacchi, ma tutti dimenticano la disperazione, la solitudine, la vita delle persone. Ogni anno in Italia muoiono 1.000 persone che rifiutano la trachestomia per l’abbandono dello Stato”.
Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 novembre ed l’assessore alla Sanità della Lombardia, nonché ex presidente di Aisla ha affermato che: “La richiesta di questi malati non è un ricatto ma un diritto costituzionale dovuto. Non vi basta lo sciopero della fame, volete il morto in diretta tv e sarete accontentati. Meditate parlamentari e governanti. La nostra è una battaglia di Civiltà, dovete seguirci per dare una risposta di equità e per non diventare lo zimbello dell’Europa. Vogliamo vivere nella nostra casa, attorniati dai nostri cari, rifiutiamo le Rsa”.
Enrico Ferdinandi
14 novembre 2012