Concordia, Schettino dichiara: ”andro’ in aula e ci mettero’ la faccia”
Il relitto della Costa Concordia si trova ancora mezzo spiaggiato all’Isola del Giglio, trentadue persone morirono quella tragica sera del 13 gennaio scorso, ad oggi non solo sembra che non sia stata fatta giustizia ma che certe cose stiano diventando pericolosamente normali. Come già accaduto in passato le leggi dell’audience hanno prevaricato quelle ordinarie deviando il naturale corso che avrebbe dovuto aver un sano processo volto a chiarire a chi dover imputare responsabilità, pene, condanne o assoluzioni.
Così, quest’oggi ci ritroviamo a raccontarvi un nuovo capitolo di questa storia che sicuramente vi farà riflettere, almeno lo speriamo, su quanto ci sia da cambiare in questo paese. Francesco Schettino, l’ex comandante della Concordia, riferendosi all’appuntamento giudiziario di lunedì prossimo ha dichiarato: “Il 15 ottobre sarò in tribunale a Grosseto e ci metterò la faccia, assistendo e dando il mio appoggio nell’interpretazione dei dati, per supportare i miei esperti nel contraddittorio con gli altri’ periti e consulenti, e far emergere l’interpretazione più reale possibile di quelle che furono le mie intenzioni”. Schettino ha anche detto di voler “vedere in faccia le persone che dicono quelle cose che io avrei fatto, persone che fanno doverosamente il loro lavoro. Sono state dette molte cose in questi nove mesi sul mio conto perciò desidero che dall’incidente probatorio sulla scatola nera emerga la verità di quanto accadde quella sera”.
In merito al licenziamento l’ex capitano ha detto: “Credo sia un diritto di ogni lavoratore poter impugnare il proprio licenziamento, soprattutto quando questo è avvenuto prima che fosse accertata qualsivoglia sua responsabilità. Se non lo avessi fatto peraltro già da più di un mese, sarebbero decaduti i termini, impedendomi di farlo a prescindere da cosa emergerà dalle indagini in cui confido”.
L’uomo che mente una volta, vedi il recente caso Fiorito-Regione Lazio, non ha paura di portare avanti la sua causa anche quando le prove sono evidenti, certo, la presunzione d’innocenza deve restare un diritto inalienabile, ma dovrebbe anche esserlo il senso morale del vivere eticamente all’interno di una società che si vorrebbe definire culturalmente avanzata.
Enrico Ferdinandi
12 ottobre 2012