Il mondo intero piange il primo uomo che camminò sulla Luna
Si è spento a 82 anni “l’eroe di tutti i tempi”, che determinò le aspirazioni di un’intera nazione.
Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, il primo uomo che mise piede sulla Luna, è morto ieri, dopo circa un paio di settimane da un intervento chirurgico, nel quale gli era stato impiantato un quadruplo bypass coronarico, proprio due giorni dopo aver compiuto 82 anni.
Armstrong nel 20 luglio del 1969 aveva raggiunto la luna a bordo dell’Apollo 11, insieme a Buzz Aldrin e Michael Collins. La sua prima frase pronunciata dal suolo lunare fu: “That’s a small step for a men a giant leap for mankind”, un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità.
Neil Armstrong era nato il 5 agosto 1930 in Ohio, figlio di Stephen Koenig Armstrong e Viola Louise Engel, famiglia di origine tedesca. Combattè come pilota di jet per la marina militare americana nella guerra di Corea. Frequentò la Purdue University, dove si laureò in ingegneria aeronautica nel 1955. Prese il brevetto di pilota civile e per la NASA testo’ l’X-15, in grado di raggiungere i 6.401 km/h. Nel 1962, fu selezionato come astronauta. Poi nel 1966 prese il comando della missione Gemini 8, che per prima aggancio due oggetti orbitanti, ma la missione venne interrotta a causa di un cattivo funzionamento dei propulsori di manovra, dopo l’aggancio. Nel 1968 invece comandò l’equipaggio di riserva nella missione Apollo 8, che prevedeva anche orbite lunari ed il 6 maggio 1968 sfuggì miracolosamente alla morte in un incidente, durante una simulazione di volo.
Infine nel luglio del 1969 Armstrong comandò la missione di allunaggio dell’Apollo 11. Durante la fase di avvicinamento, Armstrong prese i controlli manuali del modulo lunare Eagle, portandolo fuori da una zona particolarmente rocciosa. Finita la manovra con successo, le sue prime parole furono: “Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata”. Sette ore più tardi, il 21 luglio, Armstrong uscì dal Lem e passò alla storia come il primo uomo a camminare sulla Luna. L’allora presidente degli Stati Uniti R. Nixon gli assegnò la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile americana, il 13 agosto 1969.
Dopo essere andato in pensione dalla NASA, Armstrong insegnò ingegneria all’Università di Cincinnati. Fu anche membro delle commissioni che indagarono sull’incidente dell’Apollo 13 nel 1970 e dello Space Shuttle Challenger nel 1986.
Neil Armstrong è ricordato anche come l’eroe schivo, fu non solo il primo uomo sulla Luna, ma anche l’americano grazie al quale gli Stati Uniti recuperarono prestigio davanti al mondo intero, dopo il doppio smacco che l’allora Unione Sovietica aveva inflitto a Washington, prima con lo Sputnik, in orbita il 4 aprile del 1956, e poi il 12 aprile 1961, con il maggiore Juri gagarin, il primo uomo nello spazio.
Il 25 maggio 1961 John F. Kennedy, dichiarò al Congresso che portare l’uomo sulla Luna, entro la fine del decennio, sarebbe stato un “obiettivo nazionale”. La Nasa portò a compimento la promessa con la missione Apollo 11, al comando di Armostrong, il 20 luglio del 1969. In quella notte milioni e milioni di persone in tutto il mondo rimasero incollate al teleschermo per vedere lo storico evento. La Rai italiana dedicò una telecronaca speciale, passata alla storia anch’essa, con la conduzione di Tito Stagno e con il mitico Ruggero Orlando come corrispondente da New York.
Barack Obama, ha reso omaggio alla memoria del primo uomo che mise piede sulla Luna e ha commentato così la scomparsa: “Michelle e io siamo profondamente colpiti dalla morte di Armstrong. Neil è stato tra i più grandi eroi americani, ma non solo del suo tempo, ma di tutti i tempi”, sottolineando “quando lui e il suo equipaggio atterrarono sulla luna si realizzarono le aspirazioni di un’intera nazione. Dimostrarono come lo spirito americano può andare oltre l’inimmaginabile e che niente è impossibile”. Conlcudendo: “Oggi lo spirito pioneristico di Neil vive in tutti quegli uomini e quelle donne che hanno votato le loro vite alla scoperta dell’ignoto. Si tratta di un uomo che ci ha insegnato l’enorme potere di un piccolo passo”.
Buzz Aldrin, secondo uomo a camminare sulla Luna , oltre che dare il suo messaggio di cordoglio alla famigflia Armstrong, in un Twitt ha scritto “Io e Neil saremo per sempre legati dalla nostra partecipazione alla missione dell’Apollo 11″. Ci siamo addestrati insieme ed eravamo anche buoni amici… era un vero eroe americano e il miglior pilota che abbia mai conosciuto”.
Al coro di cordoglio non poteva mancare Michael Collins, terzo uomo a bordo della missione Apollo 11, che dopo la notizia della scomprasa dell’amico Neil Armstrong ha detto: “mi mancherà terribilmente”, aggiungendo “è stato il migliore”. Collins, 81 anni in quel 20 luglio del 1969 rimase nel modulo di comando in orbita, mentre i suoi due compagni, Armstrong e Buzz Aldrin, passeggiavano sulla Luna, davanti al mondo intero.
Ma a rendere omaggio ad Armstrong si è unita anche Mosca. Del resto in vita Armstrong non aveva mai perso occasione per ricordare le imprese ed il sacrificio di tanti colleghi sovietici, a partire da Yuri Gagarine senza i quali, diceva, neanche la sua impresa sarebbe stata possibile. l’ex cosmonauta russo, Viktor Gorbakto ha detto:”Quello che ha fatto Armstrong è stato un enorme successo, un grande passo in avanti verso la conquista dello spazio”.
Tra le curiosità il ricordo dello stilista italo-francese Pierre Cardin, che nel suo ufficio a Parigi, mostrando una foto, che lo ritrae in visita alla Nasa 43 anni fa, con indosso proprio la tuta di Neil, ha affermato: “Sono l’unica persona a cui è stato concesso di indossare la tuta che Armstrong aveva quando mise piede sul nostro satellite”.
Sebastiano Di Mauro
26 agosto 2012