Determinante per le indagini la memoria della ragazza 21enne stuprata a Carugate
Ad assicurare alla giustizia i carnefici della ragazza 21enne, di origini italo svizzere, oltre all’impegno dei Carabinieri di Carugate e della compagnia di Vimercate, è stato merito della stessa ragazza, affetta da un deficit cognitivo, ma grazie ad una memoria eccezionale è riuscita a dare agli inquirenti delle indicazioni determinanti per la cattura dei due criminali.
Tutto era cominciato nella tarda serara dello scorso martedì, in pieno centro a Milano, davanti alla stazione di Cadorna. A notare la giovane erano stati due balordi romeni senza scrupoli, che vedendola camminare confusa e senza meta, hanno subito messo in opera il loro sporco piano per soddisfare i loro istinti animaleschi. Quindi l’adescano con modi gentili e riescono a convincerla a salire sulla loro auto portandola nelle campagne di Carugate, che conoscono bene vivendo in quella zona.
Per la ragazza, quando si rende conto del pericolo che stava correndo è troppo tardi. Cerca di reagire ma i due si trasformano, ma forse danno solo sfogo alla loro vera natura, in autentici bruti: la picchiano con inaudita violenza e la stuprano pià volte, poi l’abbandonano in strada, portandole via pure il cellulare, per impedire che potesse chiedere aiuto.
L’incubo per la giovane è durato meno di un’ora, ma le sue condizioni fisiche e psicologiche sono state definite dai sanitari <<drammatiche»>>. A darle soccorso poco dopo l’abbandono è stata una passante, che ha allertato le forze dell’ordine ed il 118 per le prime cure presso la clinica specialistica Mangiagalli e, successivamente, ricoverata in osservazione al reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda, per il forte stato di schock in cui versava.
La donna che l’ha soccorsa l’ha trovata sdraiata sul ciglio del campo che costeggia la strada, raggomitolata in posizione fetale, quasi nuda e con la flebile voce che le era rimasta chiedeva aiuto. La soccoritrice, che viaggiava in auto con la figlia, è rimasta anche lei sconvolta, nel sentire il racconto di cosa era successo, ripetuto meccanicamente, quasi a volerlo allontanare dalla mente.
Il teatro di questa violenza da brividi un campo di granturco ed intorno poche case abitate da cintadini: una zona tranquilla, forse anche troppo, che i due bruti dovevano conoscere. In questa strada molti ragazzi vengono ad appartarsi la sera e qualche residente, sentendo l’ambulanza arrivare, avrà pensato ad un incidente. Poi qualcuno ammette di aver sentito le urla provenire dai campi, ma ha pensato a un litigio, invece era la richiesta di aiuto della giovane. “Mi ero affacciato alla finestra – precisa un residente – ma non vedendo nessuno mi sono rimesso a dormire e solo il giorno dopo ho saputo cosa era successo. Mi sono venuti i brividi perchè anche mia figlia ha 20 anni e mi sono pentito di non essere uscito a controllare”.
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Ma chi erano i due romeni fermati con l’orrenda accusa di stupro? Due insospettabili operai, incensurati, addirittura uno trovato placidamente con moglie e figlio in casa, al momento dell’arresto. A Carugate, un tranqillo paesone alle porte di Milano, la comunità romena conta più di mille residenti, quindi il 10% della popolazione, che hanno messo radici con le famiglie, senza creare particolari problemi, ma vengono monitorati dalle forze dell’Ordine e quando la vittima ha descritto quel particolare difetto fisico di uno dei due aguzzini, i carabinieri sono andati a colpo sicuro conoscendo l’uomo a cui manca il dito indice della mano destra. Poi non è stato difficile risalire all’altro che guidava l’auto della quale la vittima, oltre al modello, aveva decritto che vi fossero molti adesivi ed un seggiolino per bimbo.
Ora il sindaco di Carugate, Umberto Gravina, costernato per l’accaduto, esprime solidarietà alla ragazza che ha subito la violenza sul suo territorio dicendo che è dispiaciuto e comprende le ferite provovate nell’animo della giovane.
Sebastiano Di Mauro
10 agosto 2012