”Caro Generale Gasparri, sono fiero di esser un finanziere gay”
Dopo le dichiarazioni (in attesa di conferma) del generale Clemente Gasparri, Vice Comandante dell’ Arma dei Carabinieri, che durante un intervento presso la Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma avrebbe dichiarato che: “ammettere di essere gay non è pertinente allo status di carabiniere” e che “gli omosessuali che ostentano la loro condizione, sono in sintesi tutti passeggeri sciagurati dell’antico treno, potenzialmente responsabili della sporcizia o del deragliamento”, è arrivata la risposta di un finanziere gay, Marcello Strati che scrive rivolgendosi al generale:
“Buongiorno, Generale. Chi le scrive si sente direttamente chiamato in causa dalle sue esternazioni alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma. Non so se sono io il graduato della Guardia di Finanza a cui si riferisce nel suo discorso che ha ammesso (come se si trattasse di una colpa) di essere gay. Forse si o forse no, chissà. In ogni caso, caro Generale, eccomi qua, Appuntato Scelto della Guardia di Finanza Strati Marcello in servizio nel Corpo da 26 anni, attualmente a Como, al Gruppo di Ponte Chiasso, fiero di appartenere alle Fiamme Gialle. Servo il mio Paese con onestà e senso del dovere. Ah, dimenticavo, sono omosessuale.
Si, come Lei accenna, sono gay su Facebook e su Twitter, sono gay davanti ai miei amici e ai miei colleghi. Ho ammesso questa vergogna (perché Lei, Generale, sembra considerarla tale) già da parecchio tempo. In caserma sanno di me da circa 12 anni e, Le sembrerà strano, ma pare che ai colleghi e soprattutto ai miei Superiori gerarchici non interessi proprio nulla del mio orientamento sessuale.
Cosa vuol dire, come dice in un passaggio del suo discorso, che ammettere di essere gay non è pertinente allo status di Carabiniere? Io non vado in giro con un cartello appeso al collo con su scritto omosessuale né quando mi presento dico piacere, sono l’ Appuntato scelto Strati e sono gay. Io cerco di essere quello che sono davanti a tutti senza dovermi più nascondere e comportandomi con naturalezza, cercando di dimostrare ai colleghi che non c’ è nulla di male nell’essere gay, che la vita sessuale di ciascun militare non condiziona in alcun modo l’ attività operativa.
Le sue affermazioni ci riportano indietro di decenni. Il suo consiglio (e noi militari sappiamo benissimo cosa significa questo termine quando proviene da un Superiore) a non palesare il proprio orientamento sessuale è un macigno che cade in testa a quei militari che magari dopo tanta fatica e sofferenza interiore avevano deciso di uscire alla luce del sole. Di essere e di vivere finalmente la loro vera natura senza dover più fingere di essere quello che non sono. Sperando di essere giudicati non per chi si portano a letto o per chi amano ma solo in quanto buoni militari.
Non so se la conosce, Generale, ma in Italia esiste una associazione a cui sono fiero di appartenere, Polis Aperta, che è composta da appartenenti gay e lesbiche di tutte le Forze dell’Ordine e Forze Armate, inclusa la sua, che vivono serenamente e apertamente la propria condizione di gay in un ambiente militare o militarmente organizzato. Ci conosciamo tutti e siamo sparsi per la Penisola. Provi a conoscerci, Generale, provi a parlare con un suo militare gay e vedrà che si troverà di fronte ad un Carabiniere come tutti gli altri, con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Non impedisca ad un suo militare di amare. Nessuno dovrebbe vergognarsi di quello che è. Io non sono fiero di essere gay, così come non sarei fiero di essere etero. Io sono fiero di essere quello che sono”.
Ricordiamo ai nostri lettori che la questione è diventata materia di una interrogazione parlamentare da parte dei radicali che vogliono chiedere al al ministro come intende intervenire nel caso in cui le frasi siano state davvero pronunciate.
Mentre la lettera sta facendo il giro del web cresce il fermento e le polemiche sulle frasi del generale, che ricordiamo è fratello del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
Il vicepresidente del Pd e fondatore di Parks ( società che aiuta le aziende a non discriminare e a valorizzare i dipendenti non eterosessuali), Ivan Scalfarotto, ha dichiarato: “Le Forze armate rappresentano il nostro Paese. E tutti i cittadini devono poter rappresentare il proprio Paese con onore, indipendentemente dal colore della pelle, dal genere o dall’orientamento sessuale. Vale per lo sport come per l’esercito o i carabinieri. Si dice sempre che la sessualità è un fatto privato. Non è vero: cosa faccio a letto è privato, ma chi mi porto a letto condiziona la mia vita sociale, è giusto che le persone sappiano. Devo mentire a tutti sempre? Non dire come ho passato il sabato sera? Chiedere a un militare di fingersi qualcun altro è una violenza morale. Spero solo che il comandante Generale dei Carabinieri non condivida le affermazioni del Generale Gasparri”.
Enrico Ferdinandi
5 luglio 2012