Terremoto 4.5 in Friuli, continua a tremare l’Emilia
Un altra notte di paura nel nord Italia a causa delle scosse di terremoto che questa volta non hanno interessato solo l’Emilia Romagna ma anche il Friuli occidentale nella zona delle Prealpi Venete dove alle 4:04 del mattino è stato registrato un terremoto di magnitudo 4.5 con epicentro fra le province di Belluno e Pordenone. I comuni dove la scossa è stata avvertita maggiormente sono quelli di Lamosano, Pieve d’Alpago e Tambre, in provincia di Belluno, e Barcis, Cimolais, Claut ed Erto, in provincia di Pordenone.
Non sono stati registrati danni a cose o persone ma solo tanta paura che ha generato numerose chiamate dei cittadini ai vigili del fuoco ed alla Protezione civile.
Secondo gli esperti questa scossa non sarebbe in connessione con i sismi avvenuti a fine maggio in Emilia Romagna ma si tratterebbe di un fenomeno a sé. L’Ingv ha comunicato che la scossa è avvenuta a 7,1 chilometri di profondità e che al momento non si sono registrate repliche importanti.
Alla luce di questa nuova scossa la priorità per tutta la penisola è quella di mettere in sicurezza gli edifici. Proprio ieri il presidente della Commissione Grandi Rischi, Luciano Maiani, a tal proposito aveva dichiarato che è importante che non cali l’allerta e riferendosi al lavoro fatto fin ora che gli: “sembra che si stia andando nella direzione giusta”.
Continua a tremare la terra anche in Emilia Romagna, la scossa più forte è stata registrata questa mattina, gradi 3.0 alle ore 7:47, con epicentro a Finale Emilia il cui sindaco, Fernando Ferioli, ha così commentato la nuova scossa:
“Questa mattina abbiamo avvertito un boato, la nostra gente ha sentito la scossa delle 7.47 ma per fortuna non si è mosso niente. Il problema è il panico che serpeggia tra la popolazione dopo aver letto le valutazioni della Commissione grandi rischi su possibili nuove forti scosse tra Finale e Ferrara. Psicologicamente, e non solo, siamo tornati indietro di parecchi giorni”. Ferioli ha poi aggiunto: “Siamo tutti arrabbiati, è difficile vivere in questo modo, si blocca ogni ragionamento sul ritorno dei cittadini nelle proprie case. I miei concittadini oggi hanno letto i giornali, che senso ha mettere tutti nel panico? Siamo in attesa di che cosa? E quando dovrebbe accadere? E quanto è probabile? Cosa significa ‘nel caso di…’? Sì, stiamo lavorando tutti i giorni pensando che potrebbe arrivare una nuova scossa che potrebbe dare ancora problemi, ma a cosa serve quel tipo di segnalazione? A pararsi le spalle?. Ho parlato anche con i colleghi di Cento, Bondeno e Sant’Agostino e sono tutti concordi e preoccupati su questo tipo di informazione, che sicuramente influisce anche sul lavoro di ricostruzione. Chi sta cercando o ha intenzione di investire nelle nostre zone, dopo questo tipo di allarme come può ragionare? Magari adesso sceglie di andare altrove…”
Infine Ferioli ha aggiunto: “Gli esperti della Commissione grandi rischi dovrebbero venire qui per spiegarci le loro parole sotto il profilo scientifico, non ‘tirando i dadi’”.
Enrico Ferdinandi
9 giugno 2012