Emilia: oggi lutto nazionale. Severino: usare detenuti per la ricostruzione

La nuova scossa oltre i 5 gradi di magnitudo che ieri sera alle 21:10 ha colpito l’Emilia Romagna, provocando nuovi crolli, tra cui ciò che restava dell’antica torre dell’orologio a Novi di Modena, ha portato nuove paure fra la popolazione. Nella notte sono state registrate altre scosse di lieve entità. Oggi è giornata di lutto nazionale per le vittime del sisma, è stata osservato un minuti di silenzio in tutti i negozi e uffici italiani alle ore 9:00 del mattino. Mentre gli sfollati superano quota 15mila ed la situazione, visto anche il maltempo si fa sempre più difficile, il sindaco di Novi Luisa Turci ai microfoni di SkyTg24 ha lasciato ben intendere la tempra degli emiliani: “La torre dell’orologio è crollata ma noi rimaniamo in piedi”.
Intanto dal ministro della Giustizia Paola Severino è arrivata un’idea inattesa: Far lavorare i detenuti non pericolosi nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto, per gli interventi urgenti di ripristino e per velocizzare la ripresa.
Idea espressa quest’oggi dal ministro proprio durante una conferenza stampa nel carcere di Bologna dove è intervenuta per controllare di persona la situazione penitenziaria in seguito al sisma.
La Severino ha affermato: “E’ un’idea, devo parlare con il provveditore e il direttore, ma mi piacerebbe rendere utile la popolazione carceraria non pericolosa per i lavori di ripresa del territorio. In un momento come questo del terremoto che impone interventi immediati e tempestivi si potrebbe vedere anche parte della popolazione carceraria come protagonista di quella che può essere una ripresa esemplare”.
La Severino ha precisato che si tratterebbe solo di detenuti già in regime di semilibertà o non pericolosi, e che nel carcere di Bologna, dati alla mano: “ci sono 246 tossicodipendenti, ambito in cui si possono distinguere casi di persone non pericolose, ma anche un 57% di detenuti extracomunitari tra cui alcuni che hanno una grande voglia di ricominciare. È un’occasione giusta e doppiamente utile: i detenuti si sentirebbero utili alla popolazione, ma dall’altro lato ciò insegnerebbe alla cittadinanza a pensare che un detenuto può essere utile e non un peso alla società”.
Il ministro ha poi chiesto ai dirigenti del penitenziario di fornirle: “i numeri – dei detenuti idonei a questa proposta – e dirmi se questa idea sarà realizzabile”.
Enrico Ferdinandi
4 giugno 2012