Corona in affido alla comunità di Don Mazzi
MILANO – Fabrizio Corona è uscito dal carcere di Opera ed è stato affidato alle tutele della comunità Exodus di Don Mazzi a Lonate Pozzolo, nel varesotto: qui trascorerà un periodo di prova al termine del quale una commissione di giudici valuterà se l’ex paparazzo potrà proseguire l’esperienza in comunità o se dovrà tornare dietro le sbarre. L’affido del detenuto al centro di Don Mazzi è stato disposto dal giudice Giovanna De Rosa.
Poco dopo l’uscita dal carcere di massima sicurezza, Corona ha commentato sui social la decisione presa dal tribunale: “Ho attraversato la tempesta, ho lottato fino all’ultimo è stata dura ma era necessaria. Ora si riparte. #sipuede”. Il legale dell’ex paparazzo – felice della decisione presa nei confronti del suo assistito – ha comunque tenuto a precisare che l’affidamento ai servizi sociali è temporaneo e dovrà essere valutato da un collegio di giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che dovranno decidere se revocarlo o renderlo permanente.
Per l’ex paparazzo ci sono ancora 6 anni da scontare dei 9 che la Corte gli ha inflitto per le diverse vicende in cui è stato coinvolto. Lo scorso dicembre, anche attraverso l’avvocato e parlamentare Ignazio La Russa, era già stata presentata una domanda di grazia parziale a Giorgio Napolitano con la quale chiedere la cancellazione dei restanti due anni e mezzo dei 5 che Corona deve scontare per il caso Trezeguet.
Corona ha lamentato problemi di salute psichica dovuti alla detenzione: “Sto male, ho seri problemi psicologici” ripeteva ai suoi legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, che l’hanno descritto come uomo “molto provato con problemi seri dal punto di vista psicologico e psichiatrico e che in carcere sta soffrendo di stati d’ansia, psicosi, depressione e attacchi di panico”. Sicuri del forte stato di stress del proprio assistito – certificato da una consulenza psichiatrica che ha descritto Corona come ‘narcisista e affetto da disturbo borderline’ – nelle scorse settimane i difensori hanno presentato ai giudici della Sorveglianza di Milano una richiesta di detenzione alternativa al carcere, in particolare nella fondazione Exodus di Don Mazzi, dove lavora anche Lele Mora.
La richiesta è stata accolta e adesso Corona potrà scontare la pena residua – non sospesa – in comunità, nella quale avvierà un percorso terapeutico e si dovrà attenere ad una serie di regole, come il divieto di uscire o la limitazione nell’uso del telefono.
Davide Lazzini
19 giugno 2015