Madre denuncia: ‘mio figlio escluso dal campo estivo perché musulmano’. Il prete: ‘siamo al completo’
REGGIO EMILIA – Escluso dal campo estivo perché musulmano: questa la denuncia di una mamma tunisina, Nura Menai, residente in Italia da circa 10 anni, che si è vista respingere dal prete la richiesta di far parecipare il proprio figlio alle attività di svago per i ragazzi organizzate dalla parrocchia di Sant’Anselmo. “Mio figlio – ha detto la donna – è stato rifiutato perché siamo musulmani. Il prete ci ha detto che se il bambino non prega in chiesa con gli altri, non può iscriversi. Sono molto addolorata”.
Stando a quanto riferito dalla donna ai media locali, è il primo episodio di discriminazione che vede coinvolta la sua famiglia: “In tanti anni che vivo a Reggio non ho mai avuto problemi del genere. I miei figli a scuola frequentano l’ora di religione cristiana e hanno già partecipato ai campi estivi in altre parrocchie”.
Dal canto suo, il parroco, don Giancarlo Simonazzi, ammette l’esclusione ma precisa che essa sia avvenuta “perché siamo già in 650 e non c’è più posto”; inoltre – precisa il prete allontanando l’ipotesi ‘discriminazione’ – tra gli iscritti “ci sono molti stranieri”. A supportare la versione della mamma tunisina c’è però una professionista reggiana, figlia di una coppia per la quale la badante lavora da diverso tempo: “Quando ho saputo quello che era accaduto – dice la donna – mi sono rivolta al parroco per avere spiegazioni, in qualità di credente e come conoscitrice di questa onesta lavoratrice. Mi è stato detto che il centro è di natura confessionale, dove si prega, si prega, si prega…”.
Entrando più nel dettaglio, la tunisina ha riferito i particolari del colloquio col prete: “Mi hanno detto che c’era posto, ma che dovevo parlare con il prete. Quando è arrivato mi ha subito chiesto di che religione siamo. Ho risposto che siamo musulmani e lui mi ha detto che potevo iscrivere mio figlio, ma che avrebbe dovuto partecipare alla messa. Ho detto che durante la messa poteva giocare fuori, come accade altrove, oppure stare in disparte e lui mi ha risposto che se non avesse pregato con gli altri bambini non poteva iscriversi. Alla fine sono stata mandata via. Mio figlio ci è rimasto malissimo. Mi ha chiesto che cosa fosse questa storia dei cristiani e dei musulmani. Poi mi ha detto che lì non vuole più andarci”. Il campo estivo di Sant’Anselmo non è organizzato con la collaborazione del Comune di Reggio, ma è comunque pubblicizzato sul sito internet alla voce “altri campi scuola”: ragione sufficiente, per la badante, a segnalare l’accaduto in Comune.
Davide Lazzini
10 giugno 2015