Amianto Philips Alpignano, la Cassazione conferma le condanne per Spesso e Sandrucci
TORINO – La Corte di Cassazione ha confermato le prime due condanne per i morti da amianto allo stabilimento Philips di Alpignano. Con la sentenza di ieri i giudici della Suprema Corte hanno infatti confermato i 24 anni e i 17 mesi di carcere stabiliti dalla Corte d’appello di Torino nel 2014 rispettivamente a Luigi Sandrucci e Franco Spesso. Il primo, 85 anni, è stato al vertice della fabbrica dal 1972 al 1980 mentre Spesso, 82 anni, lo ha succeduto dal 1980 al 1984. La causa che ha originato le condanne riguarda il decesso di due ex lavoratori ed è stata portata avanti dai pm Francesca Traverso e Raffaele Guariniello.
Secondo quanto scritto dai giudici nella sentenza, in materia di malattie da amianto “non esiste una legge scientifica di carattere universale”; tuttavia, ha aggiunto la Cassazione, “non è possibile ritenere che l’uso di una legge scientifica imponga che essa abbia riconoscimento unanime”. Nel caso in cui sorgesse un contrasto fra le diverse teorie – precisa la Corte – il giudice, nell’occuparsi di un caso concreto, deve scegliere quella che “ritiene più convincente e idonea a spiegare l’efficacia causale di una determinata condotta”, fornendo anche una motivazione adeguata.
I giudici, dunque, avevano valutato come “più affidabile, in quanto conforme alla più aggiornata letteratura scientifica in materia”, la tesi dei consulenti dell’accusa, “giustificando logicamente la propria decisione”. Per i due condannati – oltre alla sentenza dellaa Cassazione – nei giorni scorsi sono stati emanati due provvedimenti di rinvio a giudizio per altri quattro casi di malattie professionali fra gli ex lavoratori dello stabilimento di Alpignano.
Davide Lazzini
9 giugno 2015