E’ trascorsa nella paura la prima notte degli sfollati e di tutta la popolazione emiliana, perchè le scosse si sono succedute e anche di forte intensita: ne sono state registrate 24 a partire dalla mezzanotte, alcune con una magnitudo superiore a 3. Le aree più in difficoltà sono Sant’Agostino, nel ferrarese e Finale Emilia, piccolo comune modenese il cui centro storico è stato letteralmente raso al suolo. Inoltre, come se non bastasse, anche la pioggia è caduta e continua a cadere incessante rendendo più difficili le operazioni di ricerca di eventuali altre vittime, di sgombero delle macerie.
Gli uomini della Protezione civile e forze dell’ordine si stanno occupando di mettere in sicurezza i cittadini, allestendo tende, cucine da campo e punti di accoglienza. Ma l’acqua, così come è stata con la neve caduta nel dopo terremoto dell’Aquila, insinuandosi nelle crepe dei palazzi sventrati, riempendo le buche che, vengono tasformate in pozzanghere, avvilisce la speranza di chi si trova senza la sicurezza di un tetto dove vivere, mentre le temperature sono scese fino a 12 gradi.
La terra dunque trema ancora, specie nelle provincie di Modena e Ferrara, e sono centinaia le chiese, le torri, i campanili, capannoni industriali, case colpite, per non parlare degli edifici rurali più vecchi, che si sono sbriciolati e trasformati in cumuli di macerie. Sono tremila i senzatetto, di cui 2500 nel Modenese e 500 nel Ferrarese e presto verrà dichiarato lo stato d’emergenza nazionale.
I controlli per l’agibilità nell’area del sisma sono iniziati, ma ci vorrà tempo perché vengano ultimati, così come occorrerà tanto tempo per porre in sicurezza gli edifici danneggiati. Ma intanto gli emiliani stanno reagendo e fra i tanti problemi stanno affrontando il fenomeno degli sciacalli, che non si fanno scrupolo ad entrare nelle case e razziare quello che possono, nonostante le forze di polizia tentano di arginare il fenomeno. Così alcuni si sono visti costretti a fare la guardia davanti ai palazzi rimasti incustoditi, per proteggere quel che resta della propria vita.
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ieri a Ferrara, ha ribadito che non c’è possibilità di prevedere i terremoti, nè si può sapere quando e dove arriveranno e meno che mai se ne può prevedere la potenza. Intanto si è saputo che già oggi il premier Mario Monti dovrebbe rientrare in Italia, anticipando il suo ritorno dal G8 di Camp David, per affrontare da vicino l’emergenza.
Ora alla popolazione dell’emilia, dove la vita si è fermata, si raccomanda la massima attenzione e a non rientrate nelle case, per evitare altre vittime a seguito di probabili crolli, ma si spera che l’intensità e la frequenza delle repliche si riduca, anche se non si può escludere, secondo i sismologi che possano verificarsi altre forti scosse.
Sebastiano Di Mauro
21 maggio 2012