Norvegia: il tribunale di Oslo esamina la salute mentale di Breivik

Andres Breivik sotto processo per la morte di 77 persone in Norvegia, affronterà oggi in tribunale la questione sulla sua salute mentale per tentare di provare che è perfettamente sano di mente e che dovrebbe essere condannato a una pena da scontare in galera piuttosto che subire una perizia psichiatrica. Dichiarato psicotico da una prima analisi di esperti e successivamente giudicato sano da una contro analisi, l’estremista di destra di 33 anni, tiene ad essere riconosciuto penalmente responsabile alfine di non subire una decrebilità diagnostica della sua ideologia. Stimando che un arresto di natura psichiatrica sarebbe “peggio della morte stessa”, Breivik deve impegnarsi a contraddire le proprie conclusioni della prima valutazione psichiatrica, che contengono secondo lui più di “200 mensogne”.
Venerdì ha affermato “Non sono un caso psichiatrico e sono penalmente responsabile”. Dichiarato penalmente responsabile, l’accusato rischia la detenzione psichiatrica a ita. Responsabile, rischia 21 anni di prigione, una pena che potrebbe essere prolungata se sarà ritenuto pericoloso. I giudici decideranno sulla sua sanità mentale nel verdetto atteso per luglio. Nel loro rapporto, i due primi esperti Synne Soerheim eTorgeir Huseby hanno concluso a novembre che Brevik era psicopatico, soffrendo di “schizofrenia paranoica”, una diagnosi che il diretto interessato ha qualificato come “ultima umiliazione”. La comissione medico legale norvegese ha tuttavia chiesto questa settimana un supplemento di informazioni sul secondo rapporto, giudicando insufficenti le precedenti. “ Se fossi stato un Afgano barbuto, non sarei stato l’oggetto di un’analisi psichiatrica “ ha affermato lo stesso Breivik lunedì. “Ma essendo un militante nazionalista, sono esposto ad un grave razzismo”, ha aggiunto. “Cercano di deleggitimarmi da tutto quello in cui credo”. Prima che possano esprimersi sulla sua sanità mentale, il tribunale di Oslo deve attendere le testimonianze delle persone ferite e soppravvissute al suo attentato. L’assasino ha qualificato il suo gesto di “attacchi prventivi contro i traditori della patria”, colpevoli secondo lui, di preparare la nazione di fronte al multiculturalismo e all’invasione musulmana. Per questo motivo rifiuta di dichiarasi colpevole.
Manuel Giannantonio
25 aprile 2012