Ferrandino nega tutto mentre Legacoop querela il deputato Luigi Di Maio
NAPOLI – Il sindaco dimissionario di Ischia Giuseppe Ferrandino (Pd) è stato interrogato a lungo nel carcere di Poggioreale dopo essere stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sulle opere di metanizzazione in diversi comuni dell’isola. Assieme al primo cittadino, sono finite in manette altre 9 persone, tra cui alcuni dirigenti del colosso “rosso” della coop Cpl Concordia. Secondo l’accusa il sindaco ed altri esponenti politici, avrebbero accettato tangenti per assegnare alla Condordia le opere di metanizzazione dell’isola. L’interrogatorio si è protratto per alcune ore.
L’ex primo cittadino si è difeso sostenendo di non aver compiuto alcun atto contrario ai suoi doveri ed ha respinto l’ipotesi di coinvolgimento nell’appalto per portare il gas sull’isola. Ferrandino ha inoltre sostenuto – contrariamente a quanto sarebbe emerso da un’intercettazione – di non essere mai stato in Tunisia e di aver saputo solo a cose fatte che il fratello aveva ricevuto un incarico di consulenza nella coop Cpl Concordia.
Giuseppe Ferrandino ha risposto per circa 2 ore alle domande del Gip Amelia Primavera e dei Pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Henry John Woodcock. Durante l’interrogatorio, il politico è stato assistito dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Gennaro Tortora. A proposito della convenzione dalla Concordia con l’hotel Le Querce di Ischia, Ferrandino ha sostenuto di non avere alcun rapporto con l’albergo di cui non è né socio, né gestore.
Intanto nelle carte dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia spunta anche il nome di Silvio Berlusconi. Il capo di Forza Italia, in una telefonata risalente all’11 maggio 2014 diretta all’ex parlamentare Amedeo Boccetta, avrebbe detto “che i giudici, anche su ordine del Capo dello Stato – al tempo Giorgio Napolitano – aspettano soltanto un suo passo falso per avere la scusa ed arrestarlo”. Questo il sunto della conversazione riportata in un’informativa dei carabinieri.
A seguito degli arresti, il M5S – con Luigi Di Maio – ha chiesto di “fare luce sull’intreccio tra coop e politica”. All’istanza promossa dl deputato pentastellato, risponde Mauro Lusetti, presidente di Legacoop: “Vedo che il Signor Luigi Di Maio continua a farneticare su questioni che non conosce e delle quali dovrà rendere conto. Spero che almeno abbia il coraggio di non trincerarsi dietro l’immunità parlamentare”.
“Con le sue dichiarazioni – prosegue Lusetti – rilasciate anche dopo l’estemporanea visita alla Procura di Napoli, offende migliaia di soci e lavoratori, offende una storia, offende una parte importante del nostro Paese per meschini calcoli politici. Le cooperative e i propri soci sono quelle che gestiscono in tutt’Italia i beni confiscati alle mafie, sono quelle che garantiscono a milioni di persone un lavoro e sono quelle che con la loro presenza capillare rappresentano un fattore di coesione sociale e di sviluppo”.
Secondo il presidente di Legacoop “il Signor Di Maio, anche per il suo ruolo istituzionale, dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di parlare di noi. Le scuse non bastano – incalza Lusetti – ci dispiace dover dare del lavoro alla magistratura che ha cose ben più importanti di cui occuparsi, ma abbiamo denunciato il signor Di Maio per il cumulo di falsità e offese che ha scritto sulla sua pagina Facebook e che ha replicato oggi”.
Davide Lazzini
3 aprile 2015