Xylella, manifestazione contro l’abbattimento degli ulivi salentini
LECCE – Tutto pronto in piazza Sant’Oronzo per la manifestazione di oggi organizzata dallo scrittore Pino Aprile a difesa degli ulivi del Salento flagellati dalla Xylella. “Tutti in piazza per gli ulivi” è una mobilitazione di cittadini, enti, associazioni, artisti, agricoltori, che chiedono sia fatta chiarezza sulle diverse cause del disseccamento degli alberi e sulle possibili cure per affrontarlo.
Il dibattito principale verte sulle soluzioni proposte per affrontare il batterio: tra queste c’è l’abbattimento delle piante malate, che consentirebbe di creare una zona cuscinetto che eviti il contagio degli ulivi ancora sani. Contro questa linea d’azione si sono schierate numerose persone, dai volti noti dello spettacolo fino agli agricoltori, che temono di perdere definitivamente le loro attività: se gli alberi venissero eradicati, servirebbero almeno 5 anni per poter avere nuovi raccolti.
I Sud Sound System, Sabina Guzzanti, Albano, Federico Zampaglione e Marco Materazzi sono solo alcuni delle figure che hanno aderito alla protesta degli agricoltori salentini ed hanno promosso – assieme a tantissimi utenti di Facebook e Twitter – l’hashtag ‘difendiamo gli ulivi’. La questione, che diviene sempre più stringente, ha fatto sì che del caso si occupassero anche ‘Le Iene’, giunte – con Nadia Toffa – in Puglia per cercare di approfondire alcuni aspetti meno noti riguardo le ricerche compiute per arginare l’avanzata del batterio.
Fabio Ingrosso, presidente di COPAGRI Lecce, è intervenuto sulla questione Xylella in Commissione agricoltura del Senato: “Prima di prevedere ed avviare una diffusa e selvaggia eradicazione delle piante è importante, anzi necessario, muoversi nella direzione della promozione di una seria ricerca sulla situazione reale, sulle cause e sulle possibili concrete e funzionali soluzioni da intraprendere. E’ in questo che occorre investire prima di procedere con risposte radicali che probabilmente sono evitabili”.
“Quella della Xylella è una vera e propria calamità naturale – ha aggiunto Ingrosso – e come tale va trattata. Occorre, pertanto, mettere in conto indennizzi per le aziende che dall’eradicazione subiranno una perdita di reddito almeno quinquennale, oltre ai costi dovuti appunto alla stessa eradicazione ed al reimpianto. Appare, inoltre, indispensabile prevedere la sospensione degli oneri tributari e contributivi e la rateizzazione degli stessi successivi versamenti”.
Anche lo scrittore Pino Aprile non nasconde le proprie perplessità: “Non si comprende, ad esempio, perché la Commissione Europea si sia limitata a decretare una così grave condanna a morte senza inviare dei propri tecnici sul posto a toccare con mano la situazione; non si capisce, inoltre, perché nessuno voglia fare caso al recupero di alcuni ulivi, che venivano dati per persi, una volta trattati dagli agricoltori pugliesi con metodi naturali”.
Davide Lazzini
29 marzo 2015