I carabinieri salvano Picasso, Carlevarijs e Mitra dal mercato nero
ROMA – Il reparto dei carabinieri dedito alla tutela del patrimonio culturale ha recuperato – attraverso operazioni distinte – alcune importanti opere che erano pronte per essere essere esportate. I capolavori intercettati e posti sotto sequestro sono una una statua a tutto tondo – o rilievo totale – risalente al periodo romano e una tela di Carlevarijs. Oltre ad esse le indagini hanno permesso di recuperare anche un quadro attribuibile a Picasso, del valore di circa 15 milioni di euro.
La statua è stata ritrovata dai carabinieri nei dintorni di Fiumicino, nascosta tra le piante contenute nel furgone di un vivaio, pronta a lasciare l’Italia. L’oggetto, risalente al II-III secolo d.C. e raffigurante il Dio Mitra nell’atto di uccidere un toro, proviene dalla zona di Tarquinia, luogo in cui era stato trafugato. Si tratta di un’opera di grande valore – circa 8 milioni di euro – sia per le condizioni del manufatto sia per il soggetto che lo stesso rappresenta. La rarità, infine, contribuisce a incrementarne significativamente il valore: se ne conoscono solo un paio di esemplari simili, conservati al British Museum e ai Musei Vaticani. Proprio per questo motivo, come anticipato oggi nella conferenza stampa al Mibact, la statua di Mitra verrà presto esposta nella città-Stato del pontefice, per poi fare ritorno nella sede originaria di Tarquinia.
La tela del 1700 dell’artista Luca Carlevarijs, che raffigura piazza San Marco a Venezia, era stata rubata a Roma nel 1984 da una collezione privata. Trent’anni più tardi, a Milano, durante la perquisizione dell’abitazione di un mediatore d’arte, gli agenti hanno rinvenuto 190 foto di opere pittoriche, tra cui quella di Carlevarijs. Le indagini successive alla perquisizione – coordinate dalla Procura di Roma – hanno permesso di scoprire che il dipinto era stato consegnato da un collezionista al mediatore affinché ne curasse la vendita. Quest’ultimo, dopo il sequestro dell’opera, avrebbe collaborato con gli inquirenti, fornendo loro il nominativo del collezionista, che è stato indagato per ricettazione. Oltre all’opera di Carlevarijs, le forze dell’ordine hanno scoperto un vasto traffico illecito di opere d’arte che, una volta giunte in Svizzera, sarebbero finite nelle mani di collezionisti americani.
Anche il quadro di Picasso stava per essere esportato. Si tratta una tela di medie dimensioni (54 x 45) che apparterrebbe al periodo del cubismo analitico (1912). L’olio su tela, attribuito all’artista spagnolo, è rimasto per 36 anni nelle mani di un ignaro corniciaio romano. L’opera è stata individuata e sequestrata dai carabinieri quando l’artigiano ha presentato richiesta per il rilascio dell’attestato di libera circolazione del dipinto. Questa istanza, mossa all’Ufficio Esportazioni Venezia, ha destato sospetti negli investigatori, allertati dallo scarso valore attribuito al dipinto: circa 1,4 milioni di euro. Pensando che si trattasse di un falso, sono partite le indagini, da cui è emerso che ‘Violin e boutille de bass’, era nella disponibilità del corniciaio sin dal 1978, quando lo ricevette in dono da un cliente in cambio di una riparazione. L’artigiano eseguì il lavoro gratuitamente e l’anziano signore, per sdebitarsi, volle contraccambiare con la tela in questione. L’artigiano, ignaro su chi avesse realizzato il dipinto, lo aveva conservato in modo approssimativo finché – pare in modo casuale – non ne ha scoperto la possibile attribuzione. Successivi accertamenti hanno permesso di stabilire che la tela possa essere effettivamente un’opera di Picasso. Il quadro è presente anche nel catalogo ragionato dell’opera di Picasso, di Christian Zervos, edizione del 1961. Al momento sono in corso ulteriori verifiche per stabilire con certezza la provenienza originaria dell’opera.
Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, ha commentato: “Questi ritrovamenti diventano una notizia insieme all’aumento generale dei sequestri. Numeri che dimostrano il lavoro straordinario dei nostri carabinieri. Il destino del quadro di Picasso dipende ora dalle indagini della magistratura. La statua del dio Mitra ci è stata chiesta per un’esposizione temporanea ai musei Vaticani. L’Italia, ad ogni modo, non ha seguito la via scelta all’estero di un grande museo nazionale dove esporre tutte le opere. Credo sia invece giusto che le opere tornino sui territori e vadano in musei più piccoli che così vengono valorizzati. Il dio Mitra tornerà quindi a Tarquinia. La forza dell’Italia è quella di essere un museo diffuso. E’ una grande forza che va valorizzata”.
Davide Lazzini
27 marzo 2015