L’episodio ha destato preoccupazione e la Digos di Firenze, in costante contatto col Viminale, sta lavorando per scoprire la reale natura dell’attacco. Quello al sito del Pd non è il primo caso di hackeraggio registrato: altri si sono infatti verificati nelle home page di aziende e istituzioni. Normalmente queste operazioni, spiegano gli investigatori, avvengono in maniera assolutamente casuale. Aprendo la pagina del sito del Pd, salta subito agli occhi come l’immagine della homepage sia oscurata da scritte arabe su sfondo nero. Poco dopo essersi connessi, dalla home viene riprodotto anche un audio contenente una sorta di messaggio cantato, forse una preghiera. L’attacco informatico porta anche una firma, quella di Mohammed Ali, nel cui profilo facebook compaiono gli indirizzi di altri siti oscurati, come quello dell’ente di turismo nigeriano.Ora saranno gli uomini della polizia postale, che indagano insieme alla Digos di Firenze, a cercare di risalire agli autori dell’attacco hacker. Intanto in ambienti investigativi si rileva come quello al Partito Democratico non sia il solo attacco registrato sui siti toscani con contenuti di propaganda islamica, anche se diversi di questi non sono rivendicati dall’Isis. Il fenomeno è seguito con attenzione. Tra i casi più recenti troviamo quello alla homepage di una scuola di Scandicci a febbraio, mentre a gennaio era stata la volta di un sito di cinema della Versilia.
Davide Lazzini
8 marzo 2015