Killer per soldi, Orsini confessa e fa arrestare i complici
ROMA – Si chiama Giancarlo Orsini: è lui l’autore di 6 spedizioni punitive che hanno portato all’uccisione di 3 persone e al ferimento di altrettante tra il 2013 e il 2014 nella capitale. Arrestato lo scorso luglio dai carabinieri del Nucleo Investigativo per l’omicidio di Roberto Musci – freddato il 23 gennaio 2014 alla periferia di Roma – Orsini ha deciso di confessare, rivelando di essere un killer di professione. L’uomo ha parlato in merito a diversi fatti di sangue cui aveva partecipato, fornendo inoltre informazioni su altre persone coinvolte che grazie alle rivelazioni sono finite in manette.
Orsini aveva un vero e proprio tariffario per le spedizioni punitive: 25 mila euro per un omicidio e dai 3 ai 4 mila euro per ferimenti e gambizzazioni. Il killer, incastrato da prove schiaccianti in merito all’omicidio Musci (come il ritrovamento di tracce ematiche sugli occhiali di Orsini) fu arrestato e, dal settembre 2014 ha cominciato a collaborare con la giustizia, consentendo agli investigatori di arrestare le persone coinvolte nella sequela di omicidi e ferimenti.
Orsini ha indicato agli inquirenti le modalità che hanno portato alla morte di Sesto Corvini, ucciso a Casal Palocco nel 2013 e Federico Di Meo, freddato a Velletri il 24 settembre dello stesso anno. Oltre agli omicidi, Orsini ha ricostruito le dinamiche di 3 gambizzazioni: quella di Cinzia Pugliese, ferita a Tor Marancia nel luglio del 2013, di Mirco Maccarinelli a Tor San Lorenzo e Giulio Morelli, ferito in via Arcidosso al Trullo.
Una volta raccolte le confessioni del killer, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Squadra Mobile della Questura capitolina hanno proceduto all’arresto di 6 persone in quanto ritenute responsabili – a vario titolo – degli omicidi e delle gambizzazioni riferite da Orsini. Per tutti l’aggravante del metodo mafioso.
Nella conferenza stampa, il procuratore aggiunto della Dda Michele Prestipino ha sottolineato l’importanza della collaborazione avviata da Orsini, mentre Renato Cortese – primo dirigente della Squadra Mobile – ha evidenziato come quasi tutti i delitti confessati siano stati legati al mercato della droga e alla necessità di alcuni gruppi di acquisire il monopolio dello spaccio in alcune importanti aree come i Castelli Romani e la zona Trullo-Casalotti.
5 marzo 2015