E’ morto il pentito Carmine Schiavone, ex boss dei Casalesi
VITERBO – A causa di un infarto è morto Carmine Schiavone, boss del clan dei casalesi. Divenuto collaboratore di giustizia, aveva iniziato a riferire dell’operato dell’organizzazione malavitosa alla Dda di Napoli nel 1993. Nel 2013 aveva rilasciato alcune interviste in cui per la prima volta – pubblicamente – ricostruiva gli accordi tra il clan dei Casalesi e pezzi della politica e dell’imprenditoria per lo sversamento illegale di rifiuti pericolosi in Campania.
Buona parte di queste notizie, Schiavone le aveva già fornite alla magistratura tra il 1993 e il 1997. L’ex boss, tra l’altro, riferì dell’attività criminale dei clan nella zona del basso Lazio, tra la provincia di Latina e quella di Frosinone, indicando la discarica di Borgo Montello – a circa 50 chilometri da Roma – come uno dei luoghi di sversamento di scorie pericolose da parte del clan cui era affiliato.
Schiavone – dopo aver ottenuto una nuova identità – viveva da diversi anni in una località segreta nell’alto Lazio, insieme ad un figlio e alla moglie. Da qualche tempo aveva concluso il programma di protezione e, nel luglio del 2013, aveva terminato di scontare la reclusione domiciliare. Le sue interviste hanno avuto un forte impatto sull’opinione pubblica, soprattutto dopo la desecretazione dell’intero verbale della sua audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, presieduta da Massimo Scalia, dell’ottobre ’97. In quella occasione Schiavone aveva fornito l’elenco completo degli automezzi – con targhe e nomi degli autisti – utilizzati tra la fine degli ’80 e i primi anni ’90.
di Davide Lazzini
22 febbraio 2015