Soria: politici, attori e giornalisti prendevano soldi in nero
TORINO – Giuliano Soria, noto per aver portato in auge il Premio letterario Grinzane, è comparso questa mattina innanzi alla Corte d’appello di Torino che lo accusa di peculato e molestie ad un collaboratore, per le quali ha ricevuto – in primo grado – una condanna a 14 anni e mezzo di reclusione. Soria ha prodotto una deposizione spontanea nella quale ha sottolineato che il premio culturale (nato nel 1982 e terminato nel 2009) da lui guidato era divenuto uno strumento “per compiacere il mondo politico e dello spettacolo”: queste realtà avrebbero sfruttato il nome e il prestigio del Premio per alimentare il loro tornaconto.
Soria ha poi aggiunto: “Sento il problema di aver perso un figlio. Di aver dedicato 28 anni della mia vita a qualche cosa che è stato distrutto. Mi chiedo se questa non sia una colpa collettiva”. Soria ha fatto un lungo elenco di nomi che a suo dire avrebbero utilizzato la macchina del Premio per viaggiare gratuitamente all’estero o ricevere denaro in nero, oltre a quello consegnato con i premi.
“Abbiamo dato soldi in nero a politici, attori e scrittori. Ero stressato e sono dispiaciuto di aver provocato a Nitish tanto dolore”, ha detto riferendosi al maggiordomo mauriziano maltrattato dal patron del Premio letterario.
La lista dei nomi prodotta da Giuliano Soria è composta da personaggi di rilievo: “Mario Turetta con i suoi amici, Alain Elkann, l’onorevole Susta, Gianni Oliva, l’assessore Giampiero Leo e l’assessore Alfieri che – specifica – era vorace, chiedeva anche aiuti per il sindaco Chiamparino, che ho sostenuto in due occasioni”. Soria ha elencato inoltre i nomi di persone appartenenti al modo dello spettacolo che – sempre secondo la sua versione – pretendevano di essere pagati rigorosamente in nero attraverso le fatture di Carmelo Pezzino: “Giancarlo Giannini, Michele Placido, Charlotte Rampling, Eleonora Giorgi, Corrado Augias”.
Mentre si attendono nuovi sviluppi sulla vicenda, il sostituto procuratore generale Corsi ha chiesto la conferma delle condanne in primo grado, con l’eccezione dei reati ormai caduti in prescrizione: 11 anni, 9 mesi e 15 giorni per Soria, 6 anni e 8 mesi per il fratello Angelo e 2 anni e 10 mesi per lo chef Bruno Libralon.
Davide Lazzini
17 febbraio 2015