Addio a Michele Ferrero, l’industria dolciaria perde una colonna portante
ALBA – Dopo una lunga malattia, Michele Ferrero, 89 anni, proprietario dell’omonimo gruppo, si è spento ieri a Montecarlo. L’industria perde così uno dei più grandi imprenditori dell’alimentare italiano ed europeo che è riuscito a costruire il più famoso e più internazionalizzato gruppo dolciario italiano. Ferrero – cavaliere del lavoro dal 1971 – ha passato gli ultimi momenti di vita in compagnia dei suoi cari, la moglie Maria Franca e il figlio Giovanni, salito al vertice del Gruppo come dopo la morte nel 2011 del fratello Pietro. La camera ardente sarà allestita nella fabbrica di Alba e la cerimonia funebre avrà luogo nella cattedrale della città piemontese.
Uomo estremamente riservato, nasce vicino ad Alba nel 1925. Suo padre, Pietro Ferrero, un abile pasticcere di Alba, avviò l’avventura industriale nel 1946, tre anni prima di morire. Sempre restìo a mostrarsi sui media, per lui hanno sempre parlato i prodotti della sua impresa, che da quasi 60 anni trovano spazio nelle credenze di ogni casa: la Nutella, i Rocher, i Mon Cheri, i Tic Tac e il Kinder Sorpresa solo per citarne alcuni.
Secondo Forbes, Ferrero è stato l’uomo più ricco d’Italia e il 29° al mondo. Oggi il suo gruppo realizza ricavi per oltre 8 miliardi in oltre 50 Paesi in cui sono presenti 20 stabilimenti che danno lavoro a 34mila addetti. Negli ultimi anni il gruppo Ferrero ha dato slancio al processo d’internazionalizzazione, investendo centinaia di milioni per la costruzione di stabilimenti in Messico, Cina e Turchia: proprio in quest’ultimo Paese la scorsa estate ha rilevato il 100% del gruppo ‘Oltan’, uno dei leader mondiali nella produzione e commercializzazione della nocciola, con un fatturato superiore ai 500 milioni di dollari.
Davide Lazzini
15 febbraio 2015