Ilva, 150 tir in strada per protestare contro i ritardi nei pagamenti
TARANTO – Dopo aver presidiato per diversi giorni con i loro mezzi l’esterno di una delle portinerie dell’Ilva, riducendo al minimo ingresso e uscita di materiali e prodotti dallo stabilimento industriale, stamani circa 150 autotrasportatori impiegati nel polo siderurgico hanno deciso di muoversi con i loro camion e portare la protesta sulle statali vicine all’area industriale di Taranto: la 106 per Reggio Calabria e la 100 per Bari.
Una lunga colonna di mezzi pesanti è partita in queste ore dirigendosi verso San Basilio, località del comune di Mottola al confine tra le province di Bari e Taranto. Da qui poi i mezzi torneranno indietro verso Taranto distribuendosi lungo le due statali sopracitate. I trasportatori hanno deciso di non manifestare nel centro di Taranto: visti i pesanti problemi sociali della città hanno voluto risparmiare ulteriori disagi alla popolazione. Il corteo di tir è scortato dalle forze dell’ordine.
Come precisato da Giacinto Fallone, autotrasportatore e portavoce del fronte della protesta “sono circa 150 i mezzi che stamattina stiamo portando in strada; non vogliamo bloccare la città, nè creare disagi al traffico e ai cittadini. La nostra sarà una marcia lenta dalla portineria C dell’Ilva a San Basilio-Mottola e poi di nuovo verso Taranto e il siderurgico. Finita la marcia – spiega Fallone – torneremo davanti alla portineria C dell’acciaieria e qui attenderemo la conclusione del vertice di stamattina a Palazzo Chigi dal quale speriamo escano notizie positive”.
Il settore del trasporto, cioè una parte dell’indotto che attende da diversi mesi i pagamenti da parte dell’Ilva, teme che con l’amministrazione straordinaria – alla quale l’azienda è sottoposta dal 21 gennaio scorso – i crediti maturati possano essere azzerati o ridimensionati. L’Ilva, in amministrazione straordinaria, ha proposto una revisione contrattuale ai trasportatori che prevede il riconoscimento della prededucibilità dei crediti dal 21 gennaio 2015, il pagamento, dal 30 gennaio, del 60% in acconto e il restante 40% entro 30 giorni dalla data della fattura anzichè a 60 giorni. Infine il pagamento entro il 10 febbraio delle commesse eseguite dal 21 al 30 gennaio scorsi.
Questa soluzione prospettata dall’azienda, però, non è stata accettata da varie organizzazioni che rappresentano i vettori del trasporto Ilva. Per i lavori effettuati prima che l’azienda entrasse in amministrazione straordinaria, l’Ilva, si apprende dagli operatori, avrebbe proposto l’80% dei crediti monetizzati e il restante attraverso misure straordinarie di carattere contributivo e fiscale.
Davide Lazzini
5 febbraio 2015