Cofferati lascia il Pd, polemiche tra minoranza dem e renziani
ROMA – Sergio Cofferati ha lasciato il Pd. L’europarlamentare, battuto nel voto per scegliere il candidato democratico alla futura presidenza della Regione, ha deciso di troncare: “Non posso più restare in questo partito che non dice nulla su quanto accaduto in Liguria. E’ decisione per me difficile e dolorosa – aggiunge – perché sono uno dei 45 fondatori del Pd. Ma esco ugualmente. E non lo faccio per fondare un altro partito: lo faccio perché così non posso restare”.
Cofferati contesta ai vertici dem il “silenzio inaccettabile” su quello che definisce “il voto inquinato” nelle primarie che ha perso in Liguria: secondo ‘il cinese’ i vertici sono rei di non aver detto nulla “sull’inquinamento delle primarie da parte del centrodestra”.
“Il centrodestra – spiega Cofferati – si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra. Considero questo un problema politico e morale. Trovo inaccettabile il silenzio del mio partito di fronte a questi fatti. Anzi – incalza il ‘cinese’ – un ministro come Pinotti ha teorizzato l’opportunità di fare nascere qui un governo con il centrodestra, secondo lo schema nazionale. E non è stata mai smentita da nessuno”.
Cofferati ha spiegato di non voler fondare un suo partito ma da Sel, nel frattempo, è giunta la proposta di candidarsi alle regionali con una lista alternativa al Pd. Attaccano invece i renziani, che mal sopportano la decisione del ‘cinese’ di non voler abbandonare il seggio di europarlamentare.
Il dibattito sta proseguendo anche sui social, l’ex assessore Caterina Ruggeri sprona l’ex sindacalista: “no, Sergio, non farlo, non lasciare il Pd. Il partito al quale hai dato e dal quale hai ricevuto molto. Ora sei parlamentare europeo, eletto nelle fila del Pd (io ti ho votato qui a Cremona): un incarico e un ruolo importante, ambito da tanti. Convinto di vincere, hai partecipato alle primarie per il presidente della Liguria ma ha vinto un’altra candidata del Pd. Parafrasando una vecchia canzone, bisogna saper perdere, non sempre si può vincere. Il tuo atteggiamento e quello di Pippo Civati (complimenti) consegneranno su un pianto d’argento la guida della Liguria alla destra, che sta già pregustando il successo”. Vincenzo Montuori, membro dell’assemblea provinciale del Pd, commenta così: “ribadisco: Cofferati non doveva nemmeno presentarsi ma questa vicenda delle primarie in Liguria è molto ma molto triste e capisco che voglia andarsene”.
Maria Rosa Zanacchi, ex presidente del partito, non ha dubbi: “Cofferati venga espulso dal Pd. Non fidarsi dei garanti e andare in procura è un atto gravissimo che merita solo l’espulsione”. Anche Giorgio Demicheli non ha gradito la scelta di Cofferati: “Renzi, dopo aver perso le primarie, non è uscito dal Pd, per poi diventare segretario. Si deve accettare la sconfitta e si lavora per il partito, diversamente non si partecipa a queste competizioni. Cofferati, non rientrando in questo schema, ha mostrato la pretestuosità della sua scelta e, quindi, non raccoglie da parte mia nessun consenso”.
La minoranza dem, invece, fa quadrato attorno all’ex sindacalista e invita il partito a non liquidare la pratica in modo superficiale. Secondo Cuperlo “l’uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita per chiunque abbia creduto con passione alla costruzione di una grande forza della sinistra. È sbagliato e offensivo liquidare la decisione di Cofferati come una reazione stizzita all’esito delle primarie in Liguria. E farebbero bene i vertici del mio partito a tacitare reazioni improntate a questo tenore”.
Davide Lazzini
18 gennaio 2015