Incendio in una palazzina: muore una donna, tre i feriti gravi

BARI – E’ di un morto e tre feriti il tragico bilancio scaturito dell’incendio divampato stamani intorno alle 5.30 in una palazzina nel centro di Bari. Le fiamme sprigionatesi nell’appartamento al secondo piano di corso Cavour hanno costretto i membri della famiglia a gettarsi nel vuoto per evitare di morire intrappolati nel rogo.
La prima a cercare una via di fuga è stata Valentina Russo, 26 anni, figlia della vittima, Michela Corvaglia di 53, che è deceduta a causa dell’impatto col suolo. Entrambe si sono lanciate dalla finestra del vano tecnico dove abitava il nucleo familiare. La ragazza è ricoverata al policlinico di Bari, le sue condizioni sono gravi come quelle delle altre 2 persone presenti nell’appartamento: il fratello della vittima, Giovanni Corvaglia, 52 anni, trovato dai pompieri in bagno dove si era rinchiuso per proteggersi dal fuoco, e Maria Santoro di 82 anni, salvata mentre era davanti a una finestra in procinto di lanciarsi per tentare la fuga dal rogo. I feriti sono stati trasportati in ospedale dal 118 in codice rosso.
Sul luogo della tragedia, insieme al 118 e ai vigili del fuoco, sono arrivati polizia, medico legale e magistrato per ricostruire le cause dell’incendio. Inizialmente si è pensato anche a un corto circuito causato da un allaccio abusivo alla corrente elettrica; pare che il vano tecnico abitato dalla famiglia fosse privo di contatore, ma non si esclude che le scintille si siano propagate dalle luci di un albero di Natale che era stato addobbato in casa. I tecnici dell’Enel stanno effettuando i rilievi sul posto.
A chiamare i soccorritori è stato Giacomo Minischetti, titolare di un bar nella vicina via Carulli, che rcconta: “ho visto che usciva fumo dal portone del palazzo e subito ho chiamato le forze dell’ordine, prima di tutto i vigili del fuoco. Poi ho visto che alcune persone chiedevano aiuto e ho chiamato il 118. Sono stati così veloci che sono arrivati subito. Poi ho visto la donna che si buttava dal balcone. Volevo dare aiuto, ma non sapevo cosa fare”. Intanto l’immobile è stato posto sotto sequestro.
Davide Lazzini
13 dicembre 2014