CasaPound e Blocco Studentesco in piazza contro i Rom, condanna dal Campidoglio
ROMA – ‘Stop alle violenze dei rom, alcuni italiani non si arrendono’. Questa la scritta che campeggiava sullo striscione esposto dai componenti di CasaPound e di Blocco Studentesco che questa mattina hanno deciso di organizzare una manifestazione “per rispondere con forza alle provocazioni di alcuni esponenti di etnia rom, che nei giorni scorsi avevano lanciato dei sassi all’indirizzo di alcuni studenti italiani che frequentano gli istituti del quartiere”. Come meglio precisato da Fabio Di Martino, responsabile nazionale di Blocco Studentesco: “non siamo disposti a subire in silenzio questo tipo di prepotenze”.
Gli oltre 500 esponenti del Blocco Studentesco e alcuni studenti degli istituti Tacito e Domizia Lucilla hanno manifestato impedendo di fatto ad alcuni rom di entrare a scuola. A denunciare il fatto è la cooperativa ‘Eureka’, che lavora sul territorio anche con progetti di scolarizzazione dei bambini nomadi. “Si tratta di un fatto di una gravità inaudita” precisano da ‘Eureka’. Dal canto suo, il Blocco Studentesco nega che sia stato un impedimento a “qualcuno di uscire dal campo nomadi di via Cesare Lombroso. La ricostruzione fornita dalla cooperativa Eureka è del tutto priva di fondamento. La manifestazione – spiega Di Martino – si è svolta davanti agli istituti, non davanti al campo rom che sfortunatamente, per miope scelta non nostra né degli studenti, dista qualche centinaio di metri. Non abbiamo bloccato l’uscita del campo né tanto meno messo a repentaglio la sicurezza di chicchessia”.
“Evidentemente – conclude Di Martino – per costoro lanciare sassi contro gli studenti fuori dall’istituto, come hanno fatto nei giorni scorsi alcuni membri dl campo, è una prassi legittima e costituzionale, mentre una manifestazione studentesca con 500 ragazzi che protestano davanti al loro istituto è fuorilegge, nonostante il diritto di manifestare sia garantito da quella stessa Carta che questi personaggi dicono di voler difendere”.
L’azione dei 500 è stata fermamente condannata dal Campidoglio: “Si tratta di una violazione grave di un diritto sancito dalla Costituzione che, come tale, va rispettato e garantito. Ma anche di un gesto vile nei confronti di minori fragili che dovrebbero essere protetti e tutelati e non trattati con violenza e aggressività – attacca l’assessore capitolino alla Scuola, Alessandra Cattoi – il lavoro quotidiano sul territorio di molte associazioni per la scolarizzazione dei rom e per l’inclusione scolastica non può essere messo a repentaglio da chi mette in atto comportamenti di matrice razzista e xenofoba. Roma non tollera episodi di tale gravità”.
Maria Coscia (Pd) ha presentato al ministro Alfano un’interrogazione: “Occorre fare luce su quanto accaduto e prendere misure urgenti per fare in modo che non si ripetano più gesti di inaudita violenza e in chiara violazione della Carta Costituzionale- sottolinea Coscia – nessuna critica politica può giustificare un gesto così violento di razzismo e xenofobia nei confronti dei minori, verso i quali devono essere garantite tutele e diritti inalienabili”.
Dura anche la reazione di Nichi Vendola, che affida il suo sfogo a Twitter: “Il pogrom di stampo neonazista a Roma è il frutto avvelenato di anni di sciagurata predicazione razzista. Questa follia va fermata. La storiella consolatoria dei cattivi ragazzi non funziona : sono un esercito di spettri ingovernabili organici ad un clima creato nel Paese”.
Per il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri “Impedire ai bambini del campo di via Cesare Lombroso di entrare a scuola è un gesto vergognoso e grave che respingiamo con forza. Un atto di razzismo che va contro ogni principio democratico e che vuole impedire ogni percorso di integrazione e accoglienza. Qualcuno – prosegue Nieri – sta cercando di alimentare tensioni e paure nella nostra città, e non solo, con l’obiettivo di strumentalizzare la sofferenza e il disagio causati da una crisi durissima”.
Davide Lazzini
28 novembre 2014