Neonata abbandonata in un cassonetto muore poco dopo il ritrovamento
PALERMO – E’ un cassonetto dell’immondizia l’unica parte di mondo che la piccola creatura – nata da poche ore – ha visto prima di spegnersi attorniata dai medici in ospedale.
La neonata è stata abbandonata poco dopo essere venuta al mondo, gettata come un rifiuto all’interno di un bidone della spazzatura da chi – invece – avrebbe dovuto proteggerla con ogni cura del caso. A ritrovare la piccola all’interno del cassonetto di via Di Giorgi a Palermo sarebbe stato un clochard che frugava tra l’immondizia.
L’uomo avrebbe attirato quindi l’attenzione di alcuni passanti che avrebbero telefonato al 118 da una pizzeria poco distante. La piccola – ancora in vita durante il ritrovamento – versava in gravissime condizioni per questo è stata intubata dai medici che hanno – purtroppo invano – tentato di tenerla in vita.
La Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario, il lavoro è coordinato dal Pm Nino Di Matteo. Secondo i primi accertamenti la bimba sarebbe nata circa due ore prima del ritrovamento. La bambina aveva ancora il cordone ombelicale. E’ morta all’ospedale Civico poco dopo il ricovero per una insufficienza cardiorespiratoria.
Il fatto è gravissimo, sotto il profilo morale e sotto il profilo legale: in ospedale, al momento del parto, serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare – anche dopo la dimissione – che il parto possa restare anonimo laddove richiesto dalla madre.
La donna – che non riconosce – e il neonato sono i due soggetti che la legge deve tutelare, intesi come persone distinte, ognuno con specifici diritti. La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale dove è nato (DPR 396/2000, art. 30) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.
La legge, che viene incontro alle eventuali esigenze di anonimato – proprio per tutelare gli attori madre e nascituro – non è stata rispettata e si è preferito ignorare una norma utile e ‘benevola’ pur di evitare problemi di qualsiasi sorta.
Davide Lazzini
24 novembre 2014