Cieca, ma solo sulla carta: dovrà risarcire 150mila euro
BIELLA – La Guardia di Finanza di Biella ha scoperto una 55enne residente nel Materano – ma da molti anni domiciliata nel comune piemontese – che per ben 17 anni ha percepito un’indennità di accompagnamento come cieca assoluta sebbene fosse perfettamente sana.
Le Fiamme gialle hanno documentato con riprese video e foto numerose scene di vita quotidiana della donna, raccogliendo prove inequivocabili: “pur non assistita da alcuna persona e priva di occhiali da vista o attrezzi idonei per non vedenti – spiegano al Comando provinciale – la donna e’ stata osservata e filmata durante la frequentazione di esercizi commerciali, passeggiate e attraversamenti di sedi stradali mentre evitava persone, scalini e ogni sorta di barriera in modo assolutamente disinvolto e comunque non certo confacente a persona affetta da cecita’ assoluta”.
La 55enne, L.T.S., se ne andava tranquillamente a passeggio per la citta’, a prendere l’aperitivo con le amiche e a fare la spesa al supermercato in completa autonomia. “Al Finanziere che la stava pedinando – aggiungono dal Comando – ha addirittura fatto osservare sul display di una ricevitoria cittadina i numeri estratti della lotteria ’10eLotto’ per controllare se la schedina appena giocata avesse avuto un esito vincente. Comportamenti e movenze in netto contrasto con quelli posti in essere quando e’ stata convocata per la notifica di alcune comunicazioni presso i nostri uffici: si e’ presentata accompagnata ‘sotto braccio’ a un congiunto, con passo incerto e manifestando incapacita’ nello svolgere le azioni piu’ elementari”.
Il fascicolo delle indagini e’ stato trasmesso alla Procura della Repubblica di Matera, che ha rinviato a giudizio la falsa cieca con l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps per aver percepito indebitamente, dal 1997 a oggi, circa 150mila euro di indennità di accompagnamento. La donna adesso dovrà rispondere del suo operato ma permane – inossidabile – la ‘disponibilità’ di certi medici a firmare – dietro compensi – false certificazioni che attestano invalidità inesistenti. Un comportamento riprovevole, che alimenta il circolo vizioso dei ‘furbetti’ e che danneggia chi ha realmente bisogno e chi finanzia questi sussidi.
Davide Lazzini
14 novembre 2014