Sanità in sciopero: stop degli infermieri, garantite solo le urgenze
Giornata di disagi negli ospedali dello stivale per via dello sciopero degli infermieri che fungerà da apripista ad un ‘autunno caldo’ nella sanità: ad alimentare il malcontento del personale – dovuto al blocco del turn over e degli stipendi – ci sarebbero anche i nuovi tagli previsti per il settore.
Andrea Bottega, segretario del sindacato degli infermieri Nursind, si è pronunciato in merito alla situazione: “Prelievi, radiologie, esami diagnostici, interventi chirurgici programmati e non urgenti rischiano di slittare”. Il sindacato di settore ha indetto la mobilitazione cui sono stati invitati a prendere parte anche altri lavoratori del comparto. Bottega ha inoltre precisato che “il personale presente sarà tenuto a svolgere le attività pertinenti al proprio profilo e le sole prestazioni indispensabili relative all’assistenza sanitaria d’urgenza. Le aziende hanno provveduto in ritardo ad organizzare il contingentamento minimo del personale”.
La protesta sarebbe scaturita dalla mancanza di attenzione nei confronti di una categoria “sempre in prima linea nell’accogliere e assistere i malati acuti, cronici e fragili” e che da anni è sottoposta ad una “mole di lavoro ingestibile e a salari inadeguati, a danno della qualità dell’assistenza offerta”, spiega il segretario del Nursind.
Per il sindacato la fine del blocco del ‘turn over’ non consente il ricambio generazionale per sostituire chi va in pensione e – di fatto – si traduce in orari e turni massacranti. Gli infermieri dunque sono sempre meno, mentre “sempre più sono quelli disoccupati, specie tra i giovani, circa 25.000”. Il blocco contrattuale in corso da 5 anni, non permetterebbe inoltre l’adeguamento dello stipendio al costo della vita. A questo si unisce il malcontento per una Legge di Stabilità che prevede un taglio agli sprechi ma “rischia di penalizzare i sistemi di garanzia dei Livelli essenziali di assistenza”.
Lungo tutta la giornata odierna saranno attivi presìdi fuori dagli ospedali per spiegare ai cittadini le motivazioni del malcontento di categoria e il rischio che corre il Sistema Sanitario Nazionale. Previsto inoltre un sit-in di protesta davanti a Montecitorio.
Il disagio odierno proseguirà anche sabato 8 novembre: a scendere in piazza saranno i medici che parteciperanno alla manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil. “il prossimo 8 novembre saremo in piazza a Roma, tutti insieme, per sfidare il Governo degli illusionismi e delle divisioni; per chiedere una vera riforma delle Pa, dei comparti della conoscenza, dei servizi pubblici. E per rivendicare il diritto al contratto nazionale di lavoro tanto per i lavoratori pubblici quanto per quelli privati, cerchiamo di dare una risposta vera ai 10mila medici precari” su questioni come il “rinnovo del contratto” e la creazione di “un’appropriata normativa sulla responsabilità professionale” per evitare che in tempi di ‘spending review’ si sprechino 10 miliardi per la medicina difensiva. Queste le principali istanze della categoria al Governo, come chiarisce la ‘Cgil Funzione Pubblica’ in una nota.
Davide Lazzini
3 novembre 2014