Alluvione, Pizzarotti: linee fuori uso, social unico mezzo per segnalare l’allerta
PARMA – Non si placano le polemiche sull’alluvione che ha colpito la città emiliana quasi due settimane fa: dopo che la la Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo, a rendere teso il clima ci ha pensato anche l’opposizione locale che ha puntato il dito contro il Sindaco Pizzarotti; per Nicola Dall’Olio (Pd) “ha ricevuto l’allerta all’inizio del pomeriggio di lunedì 13 senza fare nulla fino a sera”. Il primo cittadino si è difeso sostenendo che “il documento parlava di fase di preallarme e non prevedeva un’allerta generale alla popolazione. L’allerta vera e propria è arrivata solo alle 16.59, quando le acque del Baganza avevano già invaso la città. Queste sono solo chiacchiere da bar”. Ci sarebbe, però, un ulteriore elemento da segnalare, ovvero un fax – precedente al documento del 13 – che sarebbe giunto negli uffici del Comune già sabato 11.
Il nuovo comunicato, che richiede l’attivazione della fase di attenzione, in sostanza segnala un’allerta meteo da domenica 12 fino al martedì successivo. Tra gli effetti preventivati nel documento si parla di rapidi innalzamenti dei corsi d’acqua minori con limitati fenomeni di inondazione. Si tratta di un’allerta di tipo 1, che prevede cioè la possibilità di pericoli per la popolazione civile e danni alle abitazioni e che impone al sindaco di informare i cittadini. Quando arriva il fax Pizzarotti non si trovava a Parma ma al Circo Massimo di Roma per la tre giorni del Movimento Cinque Stelle. A Parma nessuno si accorge di nulla. Morale, la comunicazione della Prefettura viene protocollata dal Comune solo il lunedì dopo, come dimostrano i timbri. Ma non solo. Dal Comune non giunge nessun segnale alla popolazione, fino alle 17.45 di lunedì, quando Pizzarotti su Twitter scrive: “#Parma#alluvione. Non andate in via Po e via Baganza, il fiume ha straripato”. La segnalazione, purtroppo, è arrivata troppo tardi: il fango ha già iniziato a sommergere alberi, auto e case.
Dal primo fax al post sono dunque passate ore preziose, che avrebbero permesso ai residenti delle zone a rischio di prendere delle precauzioni. Le accuse mosse al Sindaco sono proseguite in consiglio comunale, in cui Pizzarotti ha precisato alcuni elementi fondamentali utili a chiarire come mai sia trascorso così tanto tempo tra la ricezione dell’allerta e la sua diffusione: “Di fax del genere qui in Comune ne sono arrivati già 146 da inizio anno, cosa dovrei fare evacuare la città ogni volta? (si tratta di circa 1200 numeri civici, 9000 persone). Piuttosto sarebbero necessari mezzi di controllo come telecamere e sensori basati su dati e rilevazioni reali e non sulle previsioni meteo”. Pizzarotti ha quindi suggerito di monitorare la qualità delle segnalazioni di allerta e si è difeso dall’accusa di utilizzare il ‘social network’ – anzichè strumenti ‘ufficiali’ – come canale di comunicazione con gli abitanti: “Tutte le sim e le linee del Comune sono Tim e Telecom, ma a causa del maltempo esse sono saltate per diversi giorni, ovviamente non tutti saranno sul ‘social’ nel momento in cui viene segnalato il pericolo – ha precisato – come del resto è imrobabile che tutti guardino la tv contemporaneamente” ma con l’unico operatore disponibile fuori uso, è sembrata essere la soluzione più adeguata per informare quanta più gente possibile. Pizzarotti ha inoltre ricordato che se tutto questo fosse accaduto qualche anno fa, quando ancora i ‘social’ erano ad una fase embrionale, la popolazione non avrebbe saputo nulla fino al giorno successivo, a fatto compiuto.
Davide Lazzini
27 ottobre 2014