Christophe de Margerie, numero uno di Total, morto a 63 anni in un incidente aereo

Christophe de Margerie era a capo della società petrolifera francese Total, amministratore delegato dal 2007 e anche presidente dal 2010, discendente della ricca famiglia Taittinger (quella dei diplomatici, dei capitani d’industria e dello champagne). Era a bordo del proprio aereo privato, direzione Parigi, al momento dell’incidente all’aeroporto moscovita di Vnukovo. La dinamica ha visto in sequenza prima una collisione, alle 23:57 locali di lunedì 20 ottobre, tra il velivolo e uno spazzaneve in servizio presso lo stesso scalo, poi una manovra per atterraggio di emergenza resa necessaria a causa dei danni provocati dall’impatto. Con de Margerie perdono la vita anche i tre membri dell’equipaggio, come lui francesi. È stata aperta un’inchiesta dalle autorità aeroportuali per violazione delle misure di sicurezza, e una per omicidio colposo da parte della Procura di Parigi perché trattasi di un «caso di negligenza criminale» e non una tragica ed inevitabile sequenza di avvenimenti. Da una prima ricostruzione sembrerebbe infatti che la collisione con lo spazzaneve sia avvenuta in fase di rullaggio con una visibilità di 350 metri. Prima del decollo il mezzo adibito alla pulizia della prima neve caduta in giornata sarebbe stato da intralcio alle manovre e l’autista del mezzo sarebbe stato ubriaco in quel momento. Il legale di quest’ultimo ha affermato che il suo assistito «non beve mai», soffrendo di una patologia cardiaca cronica. I danni riportati dal carrello costringono il pilota a fare un tentativo di atterraggio dopo esser riuscito a prendere quota. Durante la manovra la torre di controllo viene avvertita che il motore è in fiamme e la carlinga ha subito danni. Come l’aereo tocca la pista d’atterraggio, c’è un cedimento del carrello e lo schianto al suolo tra le fiamme. Una ruota viene trovata a 200 metri di distanza, mentre uno dei motori a 50 metri. Le scatole nere del Falcon 50 sono state recuperate. Ora la valutazione è in mano agli inquirenti che stanno anche indagando sulla situazione del traffico eccessivo e di confusione nella gestione delle partenze e degli arrivi dovuti al dirottamento di molti voli di linea causa maltempo. Vnukovo è uno dei tre aeroporti internazionali di Mosca, a sud-ovest della capitale, usato però principalmente per voli privati
De Margerie, a capo della seconda società francese quotata in borsa per un valore di centodue miliardi di euro, era uno strenue difensore delle politiche russe in ambito energetico e si muoveva costantemente nella direzione del dialogo tra Mosca e Occidente. Infatti aveva criticato duramente la decisione dell’unione Europea di sanzionare la Russia per l’appoggio dato durante la recente rivoluzione ucraina. Ospite del governo russo per partecipare a Gorki ad un evento di investitori stranieri, de Margerie sosteneva che le tensioni spingessero la Russia pericolosamente verso la Cina, come già stava accadendo con la recente fornitura di gas a Pechino per trent’anni, un’intesa da grandi numeri raggiunta a maggio, con un valore complessivo di quattrocento miliardi di dollari. Per lui la Russia era un partner, un vicino e non un nemico dal quale difendersi. Quando la notizia ha raggiunto il presidente russo Vladimir Putin, il suo cordoglio si è espresso con queste parole: «Abbiamo perso un amico del nostro Paese», un importante uomo d’affari all’origine di molti grandi progetti congiunti. Reazione immediata di «profonda tristezza» e «stupore» anche da parte del presidente francese Hollande e del premier Valls perché de Margerie «ha dedicato la sua vita all’industria francese e allo sviluppo del gruppo Total portandolo ai primi posti mondiali, difendendo con talento l’eccellenza e il successo della tecnologia francese all’estero». All’estero era conosciuto e apprezzato per il suo carisma che ne facevano un manager capace di associare umorismo e ironia ad una schiettezza ed indipendenza di carattere. Sposato, padre di tre figli, uomo visionario e grande esperto nel suo settore, era soprannominato bonariamente «Big Moustache», per quel suo sorriso cavalcato da baffoni bianchi, ricordato dai dipendenti del grattacielo Total di Parigi per quel suo scendere da loro a fumare il sigaro. «Personaggio caloroso, amichevole, che metteva gioia», con «la capacità di dire, senza temere, quello che pensava a tutti: capi di Stato, grandi dirigenti d’azienda e responsabili politici francesi», questo il messaggio di Michel Sapin, ministro delle Finanze francese, per descrivere Christophe de Margerie, un uomo che sosteneva che non vi fosse alcun motivo per pagare il petrolio in dollari e che domandava senza retorica: «Possiamo vivere senza gas russo in Europa? La risposta è no. Ci sono ragioni per vivere senza di esso? Penso, e non difendo gli interessi Total in Russia, di no».
Paola Mattavelli
21 ottobre 2014