Protesi Pip: 300mila donne a rischio in tutto il mondo

Continuano i controlli, ed il censimento indetto dal ministero della Salute, per capire quante donne italiane abbiano subito un intervento di impianto delle protesi mammarie Pip, prodotte dalla fabbrica francese Poly Implant Prothese, fallita nel 2010.
Il censimento è volto a mettere al corrente le donne (ed anche alcuni uomini) sui pericoli a cui possono incorrere a causa delle protesi Pip, ree di esser state fabbricate con materiali scadenti e non idonei a uso sanitario ma industriale.
Lo scandalo, per chi non ne fosse a conoscenza, scoppio in Francia dove alcune donne avevano contratto il tumore al seno, si pensa, a causa proprio delle protesi, il cui gel di silicone, se a contatto con i tessuti potrebbe favorire l’insorgere di un tumore. Nelle ultime settimane si è parlato meno di questo caso e si è cercato di minimizzare, ma nonostante tutto continuano le indagini volte a chiarire il reale grado di rischio al quale i “possessori” di protesi Pip vanno incontro.
Il Ministero della salute italiano ha così invitato le donne che hanno subito questi interventi a farsi controllare, il consiglio è comunque quello di rimuovere precauzionalmente le protesi, che, secondo quanto rilevato, scoppiano in un numero di casi doppio rispetto a quello degli altri produttori, e lo scoppio delle protesi mette a contatto il gel con i tessuti.
Fin ora si contano almeno 4.300 casi italiani ma una stima certa è difficile da stilare, per questo motivo entro il 31 dicembre 2012 tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali dovranno redigere un elenco nominativo riguardante i casi di impianti di protesi mammaria trattati a partire dal 1° gennaio 2001.
Una delle prime strutture ospedaliere a richiamare pazienti che hanno subito questa operazione per invitarle alla rimozione delle protesi Pip è stato il Policlinico di Bari. Circa 100 le donne pugliesi fin ora richiamate per un controllo. Se dal controllo emergono problemi si procede con la rimozione delle prostesi. Stessa procedura sarà applicata dalle altre strutture ospedaliere italiane.
Intanto l’Oms (organizzazione mondiale sanità) ha consigliato a tutte le donne che in tutto il mondo portano impiantate protesi mammarie della Pip di consultare quanto prima il loro medico o un chirurgo se sospettano una rottura, provano dolore o qualora abbiano una qualunque altra preoccupazione.
Si stima che in tutto il mondo siano almeno 300mila le donne che si sono fatte impiantare delle protesi al seno Pip negli ultimi anni.
Alessandra Cetronio
22 gennaio 2012