Perquisizione delle fiamme gialle all’Istituto superiore di sanità
ROMA – In seguito alla denuncia della trasmissione televisiva ‘Report’, la Guardia di Finanza ha deciso di indagare sull’operato dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) eseguendo una serie di perquisizioni nella struttura. In conseguenza a quanto avvenuto, anche il Ministro della salute Lorenzin ha aperto un’inchiesta.
Gli uomini del nucleo di polizia tributaria, su mandato della Procura di Roma, hanno eseguito perquisizioni nella sede dell’Istituto superiore di Sanità con l’obiettivo di acquisire documenti relativi alle certificazioni sui dispositivi usati in operazioni salva-vita, come pacemaker e defibrillatori. Il procedimento di indagine, all’attenzione del Pubblico Ministero Giorgio Orano è – al momento – indirizzato contro ignoti.
Nel servizio di ‘Report’ si vedono alcuni laboratori dell’Iss – dove avviene la certificazione dei dispositivi – in cui sono presenti macchinari non funzionanti: tale inefficienza non consentirebbe di effettuare la necessaria verifica dell’effettivo funzionamento degli apparecchi che dovrebbero essere impiegati per salvare vite umane.
Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha disposto l’avvio di un’indagine per accertare “l’effettivo svolgimento dei fatti, il rispetto delle procedure di legge e eventuali responsabilità sui pacemaker da parte dei laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità”. Il Ministro ha chiesto al commissario straordinario dell’Iss, Walter Ricciardi, di effettuare “un audit interna urgente, di riferirne gli esiti al Ministero vigilante e di assumere senza indugio ogni iniziativa, anche di tipo giurisdizionale, per garantire il buon andamento dell’azione dell’Istituto”.
Con il decreto dello scorso 10 luglio, ricorda il dicastero, l’Iss è stato già commissariato, con azzeramento del consiglio di amministrazione e del comitato scientifico. “All’esito degli accertamenti compiuti dal Commissario straordinario, il Ministro della Salute assumerà a sua volta – sottolinea – ogni iniziativa necessaria per garantire il rituale svolgimento delle funzioni”.
Da parte sua, il Commissario Ricciardi “nell’assicurare al ministro della Salute un pronto riscontro alla richiesta di procedere ad un audit interno in seguito al caso sollevato dalla trasmissione Report sul laboratorio ‘fantasma’ per realizzare i controlli ai pacemaker, sottolinea di aver già disposto un’indagine in autonomia. La decisione – precisa Ricciardi – era stata presa non appena era venuto a conoscenza della problematica, al fine di verificare la legittimità delle procedure in essere ed accertare eventuali responsabilità, a tutela dei cittadini e dell’Istituto, impegnandosi a riferire gli esiti di tale indagine al ministro stesso nel più breve tempo possibile”.
Il Codacons, intanto, attraverso il suo Presidente Carlo Rienzi, rende noto che “Si tratta di un episodio gravissimo perché coinvolge non solo l’utilizzo dei soldi pubblici, ma anche e soprattutto la salute dei cittadini cui vengono impiantati i pacemaker sottoposti per legge a controllo di tale struttura. Vogliamo che la magistratura faccia chiarezza perché, se confermati i fatti così come rappresentati da ‘Report’, ci troveremmo di fronte ad una situazione intollerabile e a potenziali rischi per la salute degli utenti”.
I possibili reati su cui il Codacons chiede di indagare sono: omissione in atti di ufficio, lesioni gravissime, frode in commercio, produzione e vendita di prodotti pericolosi, attentato alla vita e alla salute, violazione dell’art. 32 della Costituzione e omesso controllo. L’associazione ha anche chiesto alla Procura di sequestrare il filmato di ‘Report’ al fine di verificare le responsabilità connesse ad eventuali reati che saranno ravvisati.
Sulla vicenda, infine, è intervenuta la senatrice del Movimento 5 Stelle Michela Montevecchi, che dichiara: “Presenterò una nuova interrogazione urgente sul caso dei mancati controlli della sicurezza dei pacemaker, l’ennesimo atto in cui verrà evidenziata l’inadeguatezza della Lorenzin, un ministro che troppe volte si è attivato solo dopo che lo scandalo veniva riportato dai media dimostrando di non avere controllo sul suo dicastero”.
Davide Lazzini
7 ottobre 2014