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Agrigento. Una prassi che lascia di stucco. Automobili parcheggiate in riva al mare come se fossero bagnanti a prendere la tintarella. C’è voluto il drone dell’associazione ambientalista agrigentina “MareAmico” per documentare quanto accade sulla spiaggia delle Pergole. Il fatto, che pare sia una consuetudine assodata per i frequentatori della zona in questione è molto grave e costituisce, in un’ottica allargata, l’ennesima prova del generale malcostume italiano. Pietro Puccio, sindaco di Realmonte, luogo in cui si trova l’arenile, spiega che l’area è isolata e che con i pochi mezzi e uomini a disposizione i controlli e le eventuali sanzioni risultano difficili da accertare. Il primo cittadino ha provato in passato a impedire l’accesso alle automobili facendo installare – in accordo col demanio – alcune barriere che, però, sono finite in mare in men che non si dica.
Altro chiaro esempio di strane quanto radicate usanze italiane.
Sarebbe inoltre impossibile, a detta di Puccio, sia ergere strutture fisse che impediscano alle auto di arrivare fin sulla battigia, sia espropriare i terreni circostanti al fine di creare un parcheggio, in quanto c’è una legislazione specifica che regola l’utilizzo del suolo demaniale. In attesa di trovare una soluzione “ufficiale”, i cittadini che fruiscono della zona potrebbero armarsi di buon senso ed evitare di occupare con le proprie automobili uno spazio che deve rimanere libero dai mezzi di trasporto e che occorre preservare il più possibile. Nel frattempo il popolo del web si è scatenato: sono molti i commenti di sdegno e rabbia che si leggono sui principali social network. Serve, tuttavia, un richiamo alla coscienza di ciascuno di noi.
Come detto in precedenza, questo fatto è solo un tassello del malcostume generale italiano: per citare un esempio qualsiasi si può parlare del fatto che regolarmente ci si trovi di fronte auto posteggiate in seconda e terza fila davanti alle scuole in orario d’ingresso e di uscita, come se i genitori volessero accompagnare i figli direttamente in classe. Cento metri a piedi non hanno mai ucciso nessuno. Oppure si potrebbe citare l’abbandono di rifiuti – ingombranti e non – ai margini delle strade. Se è vero che la tecnologia aiuta a rendere la vita più comoda, è vero altresì che utilizzarla in modo improprio può generare diversi problemi di convivenza, sia con i nostri simili che con l’ambiente che ci ospita e di cui dobbiamo necessariamente avere rispetto. Da subito.
di Davide Lazzini
31 luglio 2014