Protesi killer: il Codacons chiede scusa all’IRCCS di Milano

Il Codacons ha dichiarato che sarebbero migliaia le donne italiane che sono state sottoposte ad impianti di protesi Pip e non circa 5.000 come comunicato dal ministero della Salute italiano. Ricordiamo che queste protesi, prodotte con materiali scadenti, hanno un gel che potrebbe, secondo le autorità francesi, in caso di rottura dell’involucro causare tumori al seno.
Il Codacons ha avanzato questa ipotesi dopo aver constatato che fino al 2007 l’Istituto tumori di Milano avrebbe utilizzato unicamente tali protesi per le operazioni al seno. Oggi l’associazione presenterà esposti a 104 procure su tutto il territorio italiano per avanzare una class action aperta a tutte le pazienti a cui sono state inserite “protesi difettose”, in un comunicato stampa del Codacons si può leggere:
“si chiede di procedere per i reati di lesioni gravissime, frode in commercio e produzione e vendita di prodotti pericolosi, nonché di accertare le responsabilità di chi, come il ministero della Salute e le altre autorità sanitarie del nostro Paese, aveva il compito di vigilare e di evitare un simile scandalo”.
L’associazione mira a far partecipare il maggior numero di pazienti coinvolte per fargli ottenere un risarcimento per danni fisici subiti pari a cinquemila euro ciascuna, somma richiesta per il rischio a cui certe pazienti si sono sottoposte per l’intervento chirurgico.
Chi fosse interessato può compilare sul sito del Codacons il modulo di partecipazione (anonimo) che servirà per partecipare alla class action.
Ricordiamo che le protesi in questione non sono usate solo per interventi estetici ma anche per la ricostruzione mammaria dopo tumori o altre gravi patologie.
Ricordiamo che l’allarme è alto anche in Gran Bretagna, Sud America e naturalmente in Francia.
Aggiornamento delle ore 17:38
Il Direttore generale dell’Istituto Tumori di Milano ha però affermato che quanto detto dal Codacons non corrisponde alla verità in quanto il suo istituto non ha mai utilizzato le protesi Pip a partire dal 1997 ad oggi e che i problemi con queste protesi si sono manifestati solo a partire dal 2001. L’istituto ha precisato che ha sempre salvaguardato la massima sicurezza delle pazienti. Nel comunicato stampa dell’Istituto Tumori di Milano si può leggere: “L’Istituto Nazionale dei Tumori si riserva di adire le vie legali nei confronti di Codacons per aver suscitato con tali affermazioni panico tra le pazienti e grave danno d’immagine”.
Il Codacons sul suo sito ha prontamente chiesto scusa alll’Istituto Nazionale Tumori di Milano ed ai suoi pazienti chiarendo che l’Associazione: “intendeva fare riferimento ad un altro istituto e precisamente all’I.E.O di Milano (Istituto Europeo di Oncologia)”. Per il Codacons si è trattato solo: “di un equivoco non voluto sul nome dell’istituto che ha fatto uso di protesi Pip”.
di Alessandra Cetronio
27 dicembre 2011